Il cortile di giò

lunedì 27 dicembre 2010

L´attenzione che non mi fu data...

Tanto tempo fa, ma proprio tanto tanto tempo fa quando le ragazzette rispondevano alle mie lettere dicevano sempre che le rileggevano di sera, nel silenzio. Oggi scrivo più raramente ma nessuno più mi fa sapere che ha riletto ciò che ho scritto! Segni dei tempi che cambiano oppure l´attenzione che non mi fu data? Potrebbe essere questo il titolo di un mio prossimo post sul famigerato zibaldone che non ha molti lettori e da cui tu, antipaticamente, ti tieni alla larga quasi li ci fosse chissà ché. Sto pensando che anche il Leopardi, in fondo, non aveva poi tanti aficionados... Destino comune? Può darsi... ma resta il fatto che io e te, in questo, non ci prendiamo proprio: il sottoscritto quasi ad implorarti, tu ad ignorare il mio appello! Non si può sempre insistere e finirò per stendere un velo pietoso sopra ogni cosa.

Attenzione che non mi fu data anche da parte tua che presa troppo dalle tante finestrine aperte e poi richiuse ti sei dimenticata di aprire proprio quella che sta di fronte a me. Non vorrei rievocare il famoso film ma così non posso spiarti!! Ci sono troppe tende e tendine tra me e te! e se a te non piace essere osservata allora come ne usciamo? Ci sarà una soluzione?

Ieri mi chiedevo perché sono severo verso gli altri. E` un mio limite - lo so- ma lo sono anche con me stesso. E poi la mia impossibilità di accettare le persone così come sono con tutti i loro difetti! Le vorrei diverse, più simili a me. Geniali e sincere, non attaccate al denaro, capaci di amare senza egoismi. Di gente così a chiacchiere ce n`è tantissima ma poi nei fatti ti delude e non poco!

Torniamo nel solco delle cose...
Scrivi di tua nonna come donna di vita (volevi forse dire donna di mondo - è meglio) per poi domandarmi che odore ha l´alba. Ho vissuto poche albe e molti, moltissimi tramonti! penso che l´alba restituisca sempre una luce diversa e un odore di erba appena tagliata che punge le narici...

Non capisco perché associ il ballo alle discoteche! Li si salta non si balla. Ci sono scuole che insegnano a ballare e a danzare.

Già la fede...
In questi giorni mi è capitato di leggere alcune cose di un libero pensatore originario di Erchie su positano news. Teorie strambe sulla negazione di dio e fede vista come mera superstizione che, tuttavia, hanno avuto molto successo. Gli ho mandato un messaggio dicendo di sperare che il Signore gli abbia riservato un posto in paradiso a sua insaputa, nonostante tutto...
Vedi... non so se sia più presuntuoso l´atteggiamento di chi ha fede oppure di chi dichiara di avere fede e anche se fosse tale non vedo perché il fedele debba esserlo e non debba esserlo l´agnostico o l´ateo.
Gli elementi che ci fanno credere che un dio esista sono dentro di noi basta cercarli senza cedere alla ragione del "no, non può essere", anzi attraverso il ragionamento si può rafforzare il concetto di fede! La mia fede non mi fa dire di essere migliore rispetto all´ateo o all´agnostico. Nemmeno cullo l´idea di abolire tale forma di pensiero. Per me fede è predisposizione intima. Quindi sono uno che ha fede, una fede cattolica ma non fedele all´istituzione cattolica.

Tea oppure tè credo si scriva tè, Tea è un anglicismo!

Il lunedì è il giorno della settimana che meno preferisco, cerco la mia Itaca come Odisseo. L´ equilibrio stesso ne risente, ricominciare, spezzare il ritmo intenso per poi riprendere con la stessa forza di prima non é facile. A volte sono come te: barcollo, cado e come un ubricao conto i lampioni per trovare il portone di casa...

Ritorniamo nel solco!
ma sei sicura che non ti abbia mai incontrata? non dico in una vita precedente ma una diecina di anni fa... mi sarei accorto di una alta 1,76 un po´ stramba che va un po` di qua e un po`di la, che legge... A proposito ma non mi hai più detto se poi quei libri che ti ho consigliato li hai comprati e letti. Credo di no!

Mi fermo qui, alle altre cose che hai scritto non do` credito, non perché non meritano il commento, il mio umile e prezioso commento, ma perché voglio vendicarmi. La tua noncuranza nei mie confronti é scandalosa, folle e incomprensibile come i tuoi versi. il tuo egoismo poi non ha eguali.


L´attenzione che non mi fu data è un grido di dolore… il mio dolore! e anche tu, compagna di e-mail con un nome senza volto, lo sei.

con un volto e un nome senza firma
porgo il mio non- saluto.

P.S. e se tu credi che io non possa capirti, che non possa comprendere il tuo mondo...
E´ sempre difficile per me commentare una storia (la tua) che non ho vissuto e che - detto freddamente- non mi appartiene e nemmeno la umana comprensione può essere coinvolgente fino al punto di farmi sentire il tuo stesso dolore se mai ne avessi uno, pertanto qualsiasi frase possa dire a te in forma di umano conforto si ridurrebbe a non essere altro che una successione di parole di circostanza come quelle che si dicono ai funerali (per farti capire). Questo però non mi fa essere ottuso verso te come tu, invece, lo sei verso me.







domenica 26 dicembre 2010

Sei

il vanto di tuo padre,
il dolore di tua madre
la carezza della nonna e...
tante altre cose ancora sei.


Sei il fresco del mattino,
la croce che sale,
la buonanotte dopo la fiaba,
la fabula e l´intreccio,
il vento che tutto devasta,
l´amore che rigenera,
il libro che ancora non ho letto,
il sorriso, la burla, un display ripetitivo,
l´eco, l´ombra lontana e...
tante altre cose ancora sei.

lunedì 20 dicembre 2010

Poesiola

Un solo piccolo abbraccio
da lontano senza sfiorarti,
senza stringerti, senza guardarti e mai respirarti.

Io bramavo te
donna fiorita nel giardino dei sogni e
cavalcavo le onde intrepido
a sognar la luna che si consegnava al giorno...

Ferma li, immobile e vereconda
tu candida donna
ferita dall´orgoglio del tempo
ti facevi raggiungere dai raggi filtrati e
nascondevi gli occhi quasi a difenderti e
a difendere le pupille che
rimpicciolendosi oscuravano me
il mio volto pallido e il mio ansimare
il mio odorare il tuo umido corpo e
le narici ad aprirsi e
affondare nella carne rossa di fuoco e
le mia labbra a bestemmiare ancora:
io ti amo.


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Buone feste
Giovanbattista

domenica 12 dicembre 2010

Anni 70

I miei ricordi risalgono agli anni 70, sono nitidi a partire dal 1974 avevo poco più di 6 anni. Periodo agro-dolce... Salerno viveva un grande fulgore a livello industriale, le fabbriche erano già spuntate come funghi verso la fine degli anni sessanta.
Fonderie americane... ricordo la Ideal standard, la Pennitalia e tante altre. Ma con esse vi era anche il malumore, i cortei, le assemblee di fabbrica, il terrorismo, la diatriba destra-sinistra e la famosa lotta di classe. Certo essendo una città di provincia, non era al centro degli avvenimenti più importanti di quegli anni come potevano esserlo città più grandi ma comunque movimenti e sigle erano presenti sul territorio e si facevano vedere e sentire.
Io che, essendo piccolo, non seguivo la politica comunque ero affascinato dai giovani che vestivano con pantaloni stretti in vita e larghi alle caviglie, con le borsette di tela a tracolla, capelli lunghi e maglioncini aderenti.
Camminando fra i vicoli saraceni del mio piccolo paese, negli scantinati succedevano cose strane. Da fuori tendevo l´orecchio e sentivo giovani voci confabulare, parlare di cose che non riuscivo a comprendere bene e sui muri leggevo frasi e simboli il cui significato ancora una volta mi sfuggiva e volevo che qualcuno mi spiegasse cosa stesse succedendo. Volevo sapere perché ci fosse tanto fermento e fervore nelle parole di quei ragazzi. Nelle cantine si preparavano manifesti, striscioni, si tenevano riunioni ma si faceva anche musica...

Ma il mondo la fuori non era fatto soltanto da estremisti di destra o di sinistra, operai in sommossa contro il capitalismo. C´erano anche i borghesi, i figli di papà, gli impiegati e i giovani cattolici e c´ero io, un piccolo scricciolo che a otto anni già leggeva i giornali e seguiva il telegiornale delle 8 di sera... Devo dire che non ne potevo già più perché ogni giorno era un bollettino di guerra e dicevo sempre: ma quando finisce sto` Tg... Volevo vedere il carosello e andare a dormire. L´indomani c´era la scuola ed io dovevo essere il primo. Mi piaceva aiutare anche gli altri miei compagni di classe in difficoltà con i numeri, le divisioni...
Il sabato sera compilavo la mia schedina a due colonne del totocalcio poi un giro nel paese in mezzo ai grandi e una volta tornato a casa nascondevo il mio pronostico in un posto segreto. Dopo lo show del sabato sera in tv (con canzonissima prima, poi negli anni successivi Pippo Baudo, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini) andavo a letto e la domenica mattina dovevo fare il bagno e uscire fuori dalle scatole. Mi recavo a messa nell´oratorio salesiani, mi piaceva, mi faceva sentire bene e a posto con la coscienza. Poi c´era lo spazio e il tempo per giocare a "un m`bond a luna" (le ragazzine a campana-campana, oppure colore-colore), due tiri a pallone e tante figurine dei calciatori da scambiarsi e poi quelli veri in carne ed ossa da vedere giù all´Hotel Baia quando le squadre di serie A venivano a giocare con il Napoli... Dopo le partite di calcio controllavo le mie due sudate colonne del totocalcio e ovviamente niente vincita...

Non appena la primavera giungeva alle porte e indossavo le prime magliette a maniche corte già pensavo al mare e andavo a vedere nello sgabuzzino se ci fosse ancora il mio canotto e quando lo individuavo in mezzo a tante cianfrusaglie ero felice, ne annusavo l´odore intenso di plastica e di mare: l´estate era arrivata!!!
Che tristezza poi a metà Settembre quando le giornate iniziavano ad essere più corte... C´era da fare le conserve, quelle del pomodoro sopratutto. Arrivava l´autunno e con esso i primi temporali, andava via la corrente e non tornava se non il giorno dopo... Allora bisognava trovarsi un hobby e una candela. Io scelsi di costruire modellini di aerei da combattimento, era bello assemblarli con la luce fioca di un cero mentre fuori il mare diventava grosso e il vento fischiava forte portando con se la pioggia che con le sue gocce pesanti ticchettava sui vetri del povero balcone con gli infissi in legno e la vernice intaccata dalla salsedine...
Per me erano questi gli anni settanta e li ho vissuti da piccolo bambino che stava sempre in strada in mezzo ai giovanotti... Le ragazze allora frequentavano sempre quelli un po` più grandi di loro, ne erano affascinate. Qualche volta m´intrufolavo anche alle loro feste che si tenevano nei sottoscala o in casa...
Rubavo i braccialetti e anelli in rame e cuoio che mio fratello costruiva e li regalavo alle ragazze, che erano già piene di orpelli di ogni genere costruiti a mano. In cambio ovviamente volevo un bacio, un bacio innocente...

martedì 7 dicembre 2010

Inadeguatezza

Verso la fine del 1990, un cantautore ebbe un incidente automobilistico: era Claudio Baglioni... le condizioni apparvero subito serie perché aveva riportato un taglio molto profondo alla lingua...
Nei mesi a seguire la sua principale preoccupazione fu quella di ritornare un giorno a cantare e il suo stato d´animo non era dei migliori. Giorni difficili, di depressione.
Intanto nei negozi di dischi usciva: Oltre (suo, doppio album)... Maurizio Costanzo che conduceva una trasmissione al teatro parioli di Roma lo ospitò per un periodo sul palco per aiutarlo in qualche modo a riprendere la sua attività e in una delle tante serate andate in onda provò con successo a farlo cantare di nuovo dopo alcuni mesi... La forza e la grinta che ebbe in quelle giornate gli servì per iniziare a spiegare le ali per un volo nuovo... ne segui un tour gratuito per l´Italia. Suonava in qualunque piazza fosse in grado di ospitarlo e lo faceva gratis.
In quel doppio album intitolato "Oltre" vi era contenuta una canzone: mille giorni di te e di me.

Un sabato sera al Bogart caffè a Salerno, verso mezzanotte entra un tizio sulla pedana dov´erano sistemati alcuni strumenti musicali, vado per avvicinarmi e scorgo proprio lui Claudio Baglioni che inizia a cantare "Dagli il via" li a due passi da me... Fu una bella sorpresa, la serata andò avanti per altre due ore e verso la fine della sua esibizione intonò "mille giorni di te e di me". Canzone triste e romantica che parla di un amore abbandonato e di un futuro incerto. Un abbandono obbligato dagli eventi della vita... ma c´è una frase in quel testo che mi colpì molto: "ti ho fatto male per non farlo alla tua vita..." . Credo che la mia inadeguatezza stia proprio racchiusa in questa frase.

giovedì 2 dicembre 2010

Con gli occhi di ieri

All´età di 9-10 anni mi sono imbattuto in un tipo strano.
Da bambino mi piaceva fare lo slalom tra gli ombrelloni della spiaggia del lido california a Vietri Sul Mare... Correndo insozzavo di sabbia ogni cosa a cui passavo accanto... uno dei tanti ombrelloni ospitavano un tizio ossuto, magrolino che se ne stava seduto sulla sdraio in pantaloncini e maglietta immerso nella lettura e accanto ai suoi piedi aveva una pila enorme di quotidiani, riviste e quant´altro... Ogni volta che la mia corsa incontrava i suoi giornali era un quasi insabbiarli e ogni volta mi beccavo i suoi anatemi... Era lui era Nanni Moretti ma io non sapevo chi fosse e continuavo imperterrito a disturbare l´antipatico scheletrico barbuto personaggio buffo.
Passarono gli anni e la sera facevo gruppo con altri coetanei fuori dal lido. Passavamo il tempo a bere qualche birra di scadentissime marche, di quelle che ne paghi due e ne prendi tre, ed a ridere e scherzare. Fu in una di quelle tante giornate d´estate fatte di tuffi dagli scogli e d´innocenti schiamazzi notturni che lo rividi affacciato al balcone sbraitare tutta la sua rabbia contro di noi. Alzai lo sguardo e dissi: è lui! l´antipatico! Scambiammo tre - quattro battute e alla fine mi sorrise... pensai che in fondo non doveva essere così tremendo e che non aveva tutti i torti: era quasi l´una di notte ed eravamo tutti un po`brilli e nessuno sapeva chi fosse quel tipo... Più in la nel tempo quando finalmente a 18 anni decisi di "acculturarmi" vedendo un suo film lo riconobbi...
Aprendo il giornale elettronico, lessi alcune settimane fa che la madre dell´ attore e regista Nanni Moretti era morta... guardai la foto e dissi: ma era la signora che villeggiava a marina di Vietri in estate proprio a fianco al lido california... Ho pensato veramente ad un periodo che si è concluso e che non tornerà mai più se non nei ricordi testé descritti...

La settimana volge quasi al termine. Non so se essere contento o meno... Penso a tante cose, al tempo che scivola via... a me, ai miei anni alla voglia che ho di evadere dalla quotidianità, dall´esasperazione di questa serietà che devo avere a tutti i costi. Al mio modo di essere sempre così rigoroso e mai propenso all´avventura. Mi faccio troppi pensieri e creo troppi problemi, a volte inutili, dannosi a me stesso e al mio equilibrio. Non mi piace scherzare con il prossimo, temo di prendere in giro le persone e che queste poi rimangano male... Ma se mi guardo intorno vedo un mondo che non mi appartiene, vedo gli altri ridere e scherzare e commettere le azioni più ignobili con una naturalezza da mettere i brividi... Così sono tentato di entrare a far parte anch`io di quelli che con leggerezza usano le persone per i propri scopi e comodi...

martedì 30 novembre 2010

Idee zero

Umore pessimo...
Idee zero.
Avrei voluto scrivere della mia città ma lo farò prossimamente, sono in uno stato
d´ibernazione...

Ci sono giorni in cui la mente smette di pensare e il corpo rifiuta anche il più semplice dei movimenti. Stanchezza?? Forse... non mi spaventa la stanchezza ma quello che viene prima! ovvero gli avvenimenti che ti portano ad essere stanco...
Discorso difficile e per questo non sostenibile in tale sede.


Ricordo certe passeggiate serali e infrasettimanali sul lungomare quando le onde alte e violente s´infrangevano sui massi artificiali e la salsedine nebulosa dell´acqua di mare ti entrava nelle narici e nei pori dilatati della pelle.
Giocavamo al gioco dei sinonimi e dei contrari, al dizionario delle parole difficili. Chi sapeva il significato di...
Tempi andati… C´era sempre la speranza d´incontrare una donna che poi nella fantasia sarebbe diventata la donna, la tua donna. Ci affidavamo al fato e ci trovavamo invece ogni volta rassegnati al destino di pescatori con le reti dalle maglie rotte: non c´era pesce che potesse rimanervi intrappolato.
Soli nel gruppo, un gruppo senza donne. E dio solo sa quanto abbiamo desiderato la loro presenza.
Nei miei ricordi cavesi, invece, c´é più gioia, più allegria... Più fica. I sabato sera al pub, i paninari col giubbetto di piume d´oca... le friggitorie, le pizzette e i calzoni fritti. L´autunno e le timberland, le ragazzette... lo struscio, i portici, la schedina del sabato, le partite di calcio, il derby cavese-salernitana e poi la scuola, le assemblee, i cortei dove le urla si diffondevano per la città.
C´è stato un periodo abbastanza lungo causa post terremoto 1980 in cui andavo a scuola di pomeriggio ore 15-20... dalle finestre dell´aula vedevo pian piano il sole calare; lo vedevo consegnarsi al tramonto e con esso consegnavo anche i miei pensieri. Volevo addormentarmi li... tanto che ci andavo a fare a casa alle 8 di sera?
Com´è duro stoppare quei ricordi e dare spazio al futuro... Il mio è un continuo "stop and go" un fermarsi e partire per poi fermarsi di nuovo...


Oddio quanto sono farraginoso oggi!!!

mercoledì 20 ottobre 2010

E-Book? Si grazie


I libri in formato elettronico eBook sono finalmente realtà! Due giorni fa la piattaforma Edigita, consorzio di editori importanti quali Rcs ,Gems, Feltrinelli, le edizioni de il mulino… ha distribuito i primi titoli attraverso i propri store online: bookrepublik, il libraio, libreria rizzoli, la Feltrinelli.
Il gruppo Mondadori si è consorziato con Telecom Italia e attraverso il sito Bibletstore e Bol.it ha messo già da qualche settimana in vendita 1800 titoli in formato Epub basato sul metalinguaggio XML e con DMR gestiti da Adobe. Questo significa che per poter leggere questo formato così protetto c´ è bisogno del reader fornito direttamente da Adobe Digital Editions. Quasi impossibile leggerlo su un iPad se non installando sullo stesso applicazioni che servono allo scopo. Certamente i DRM (diritti di autore nella gestione digitale) sono un ostacolo alla libera circolazione delle idee. Già in precedenza furono adottati per i file musicali e successivamente eliminati rendendo così più agevole e fluido l´uso di questi file con i più disparati dispositivi di lettura e tutto il mercato della musica digitale compressa, principalmente in formato mp3, ha potuto godere dei benefici in termini di volume di affari. Con lo “sblocco” dei file musicali il cosiddetto cd non è più venduto come un tempo… I fruitori di musica preferiscono acquistare i brani in un online store ed essere liberi di poter scegliere soltanto i pezzi che più gli piacciono ovvero le singole canzoni. Quante volte è capitato che comprando un cd musicale i brani veramente gradevoli siano stati al massimo tre o quattro! Allora che ben venga la liberalizzazione anche per gli eBook in modo che la fruizione di tale formato sia facilitata e resa possibile a tutti gli e reader. Credo che col tempo editori ed autori seguiranno la stessa strada intrapresa dal mondo dell´editoria musicale. Al momento l´ostacolo più forte è rappresentato dagli agenti degli autori letterari i quali pretendo l´uso dei DRM per combattere la pirateria…

Molta gente di cultura e non, in verità, non hanno accolto con favore o con entusiasmo l´approdo dell´editoria libraria nel mondo digitale… Credo che la questione meriti un minimo di riflessione perché le motivazioni di questa reticenza sono diverse a seconda dei punti di vista.
Umberto Eco che è un grande scrittore e semiologo ha dichiarato alla fiera del libro di Torino che il libri elettronici non toglieranno mai il gusto di bagnarsi il dito sfogliando le pagine, quindi essi non potranno mai sostituire il libro in formato cartaceo.
Gli editori e gli autori sono preoccupati dell´assalto dei pirati. Centinaia di titoli potrebbero essere decriptati, craccati e messi a disposizione in rete peer to peer.
I fruitori romantici non sopportano l´idea di leggere un racconto davanti al freddo schermo, anche se retroilluminato, di un monitor lcd o con la scatoletta iPad, o con un e reader qualsiasi in un qualsiasi tram o treno.
Poi ci sono quelli, come me, a cui non dispiace affatto la tecnologia e che non rifiutano la tecnica a priori ma comunque la criticano di volta in volta a seconda dei risultai che essa raggiunge, dei metodi che adopera e della effettiva utilità che apporta.
Nel mio caso i libri elettronici vanno benissimo perché mi danno la possibilità di leggere in lingua madre romanzi, saggi, gialli e quant´altro che altrimenti non avrei potuto leggere se non con enorme sborso di denaro: vivendo all´estero la spedizione costa più dei libri stessi! Ora capirete il mio entusiasmo.
Il mio giudizio quindi è più che positivo, un passo avanti che accolgo con piacere e se magari anche tanti altri potessero seguire il mio suggerimento di acquistare un eBook forse qualche albero sarebbe risparmiato e in casa avremmo meno carta che col passare del tempo diventa gialla e puzzolente. Gli acari che vivono normalmente sui tomi impolverati delle librerie domestiche, il lepisma saccharina, le muffe e altri parassiti non saranno contenti se potessero leggere il mio invito a preferire il libro elettronico a quello cartaceo. Ma, si sa, come in ogni faccenda della vita ci sono contenti e scontenti. Il sottoscritto e mi auguro tanti altri, esulta; gli editori, i manager degli scrittori, i cultori della cultura, il lepisma saccharina (pesciolino d´argento) e le muffe non si rassegano al nuovo che avanza: sono affranti.
E-Book? si grazie, lo preferisco!

martedì 12 ottobre 2010

Era

Una morte lenta la tua. Un giorno come tanti... Una vita trascorsa tra dubbi ed incertezze, tra le cose da fare e i sogni da sognare. L´erba che crescerà non sarà più la tua. La morte ha portato con te anche un pezzo di me stesso, delle mille illusioni della mia giovinezza.
Penso ai giorni trascorsi… alle notti d´estate, alle fughe vigliacche, ai tuoi dubbi, ai tuoi perché.
La vita che per me era incontrarti ora mi lacera la mente, mi induce a pensare ai giochi pazzi, alle vecchie fontane, alle vecchie canzoni...
Era la tua vita ma era anche la mia. Era la tua forza di cui mi nutrivo; era il tuo coraggio che mi rendeva fiero; era il tuo cuore che apriva il mio; era per te che gioivo nelle notti d´estate, diverse da quelle romane perdute in fondo al viale.

lunedì 11 ottobre 2010

Muschio d´Ottobre

Lucido il giorno si avvia
alte le onde s´infrangono...
Nel muschio di ottobre in
città e campagne
non si odono suoni.
C`è solo un eterno migrare
e in questo migrare
c`è un eterno ritorno
e nel mio ritornare
c´è un vento sottile.
Mi fermerò sui pini che guardano al cielo
lassù potrò respirare.

martedì 5 ottobre 2010

Un attimo prima

Cosa dire...
Vivo è il ricordo e il perché.
E a nulla vale il sorriso
un attimo prima.
E a nulla vale il rimorso
un attimo prima.
Non c´è voce che possa
frenare l´angoscia.
Non c`e sole che possa battere sul tetto.
Le parole più belle che abbia mai scritto
sono stati i rimorsi più grandi.
Urla dentro di me.
I tuoi occhiali di cui andavi orgoglioso…
Le memorie dei tempi andati;
la brillantina fra i capelli;
la sigaretta che hai fumato
un attimo prima.
Tutti hanno dimenticato
Vorrei anch´io ma non ci riesco.

lunedì 4 ottobre 2010

Questione di netiquette

Non c`è netiquette in rete o, meglio, non c`è più. Io che ero "collegato" già negli anni novanta posso dirlo. Allora non c´era tanta spazzatura nel cyberspazio. Il mio timore è che internet diventi come la tv. Se metti a disposizione della massa un mezzo tecnologico come il personal computer qualcuno deve anche insegnare loro ad “usarlo” e invece in nome della libertà ognuno fa come gli pare.

Prendiamo ad esempio il telefonino. Un tempo era TACS, poi si é evoluto, digitalizzato nella rete GSM, GPRS, UMTS... è diventato videofonino, macchina fotografica, navigatore gps, smartphone... Ma se con lo stesso mi fotografo le parti intime e invio il mio capolavoro di foto alla persone l` ho usato nella maniera corretta?? E se la medesima operazione la facesse una ragazzina per ottenere in cambio una ricarica per il suo cellulare? Se faccio una iscrizione in forma anonima su facebook celando i miei veri dati personali è corretto?? E se celassi la mia vera identità per entrare nella bacheca di un terzo e violare la sua privacy? E se il tuo capo apre un account dal nome fantasioso e tu lo accetti come amico dandogli la possibilità così di dare una "sbirciatina" a quello che scrivi, avrà fatto un´operazione corretta?
Come per la questione della vulnerabilità della rete in generale, la questione della privacy sui social network è tutt´altro che risolta! I volti, i dati personali possono essere sottratti per scopi illeciti molto facilmente, basta essere esperti.

E quelli che pur non avendo intenzioni da “hacker” comunque non si registrano col proprio nome e cognome non fanno altro che ingrossare le fila degli anonimi rendendo più difficile l`individuazione dei falsi profili che realmente possono nuocere.

Un discorso a parte meritano i cosiddetti vip o presunti tali che sui social network aprono o si fanno aprire pagine le quali risultano poi essere efficaci veicoli promozionali.
Quando partecipavo al delirio aggregante di facebook con un paio ho polemizzato! Non condividevo l´idea di farsi pubblicità in modo così gratuito promuovendo se stessi e fregandosene degli altri. Il sistema è semplice basta rendere visibile a tutti (anche ai non amici) quello che si scrive sulla bacheca. Ad esempio un attore: "domani sono al teatro .... di Roma vi aspetto numerosi, mi raccomando!" magari tu ci vai ma se lo inviti a diventare tuo amico virtuale o gli mandi un messaggio allora il discorso cambia, vedrai che non ti risponde. Allora questi si prendono solo il meglio del network per auto-promuoversi e non socializzano affatto! Il “vippismo” italiano mi fa incavolare soprattutto se penso a quelle attricette da fiction che si atteggiano a dive di Hollywood, o a quelle subrettine e veline di cui l´Italia e i giornali di gossip sono pieni, che guadagnano così tanto solo facendosi fotografare un po` di qua e un po`di la con questo o quello e che in realtà non sanno fare niente. Per loro non c´é mai la crisi, non esiste la recessione nel mondo dello spettacolo?


Facebook veniva usato inizialmente nei college americani per scambio d´informazioni. Il suo scopo originario era quello di mettere in comunicazione persone che già si conoscevano e che per vari motivi si erano persi di vista o più semplicemente vivevano in posti distanti. Mettere una foto accanto al proprio nome voleva dire rendere univoco quel profilo… Eri tu e non un altro che aveva lo stesso nome e cognome. Adesso non so esattamente quale sia lo scopo di facebook. L`anarchia che aleggia sul web è talmente diffusa da rendere difficile darne una definizione e indicarne uno scopo.

mercoledì 29 settembre 2010

Un po` di me?



Quando apro la mia bacheca su facebook e mi accorgo di non avere una claque ci soffro ma prima o poi me ne farò una ragione. Per me stare su facebook non è stare nel mondo. Ci sto per farmi trovare dal mediocre moderno. Se, invece, volessi essere elitario, dovrei iscrivermi al social network dei belli: beautiful people! previa però efficace dieta dimagrante. Dopo i bagordi del 31 dicembre hanno pensato bene di buttare fuori alcune persone perché sovrappeso.
C`è gente che invece si guarda bene dall´iscriversi ai social network ritenendoli contenitori per frustrati e qunat´altro… un po` lo penso anch´io ma non sono del parere che facebook e compagnia bella siano l´appiattimento di massa che alcuni vogliono far credere. Per me rappresentano il palcoscenico della vita, fatto di attori che recitano bene o male e di comparse o di spalle che gli reggono il gioco.
Tornando nel solco delle cose forse l´ansia di scrivere un nuovo post su questo blog ha preso il sopravvento. Lo so dovrei riflettere di più, non essere precipitoso e tenermi lontano dalle faccende italiane anche perché non essendo addentro rischio di essere superficiale e dare giudizi non corrispondenti al vero. Ma sopra ogni cosa il mio timore è quello di scrivere il mio piccolo-grande monologo e, a mo` di narciso, compiacermi fregandomi di chi legge. Sarebbe un peccato se questo accadesse perché il mio blog non avrebbe un futuro.
E allora ho deciso di parlare un po’ di me stesso:

Il periodo estivo è terminato e quelli che non hanno perso l`abitudine di guardarsi dentro cercano o meglio abbozzano un primo bilancio.
L´estate non é soltanto la stagione in cui la nostra pelle s´imbrunisce sotto i raggi del sole caldi e biondi ma é anche una fase in cui i nostri freni inibitori si allentano e ci portano a cercare quello che magari durante l´anno abbiamo solo sfiorato con la mente.
Nei miei diari adolescenziali, immancabilmente ogni fine stagione facevo l´elenco delle cose positive e quelle negative; contabilizzavo la mia esistenza così come fanno i ragionieri, con i segni + e - davanti agli avvenimenti di me ragazzino preso, quasi certamente più dai tormenti interiori delle prime cotte che dalla gioia di esse.
Già! perché per me l`innamoramento era sinonimo di patimento, sofferenza per aver amato o, almeno, creduto di amare.
Quest´anno sono stato a fine Luglio per un breve periodo in Italia nel piccolo paese della costiera amalfitana in cui ho vissuto fino ai trent´anni per poi decidere di dare le dimissioni da meridionale e, lasciandomi trasportare da un vento incosciente, di andare a vivere all´estero.
Quando vado nel bel paese i primi giorni mi sento smarrito, vorrei subito scappare via, ritornare da dove sono venuto… e mi viene in mente il mio passato da giovanotto idiota che rideva sempre prendendo in giro questo o quello; lo struscio sul lungomare con una birra in mano; le discoteche all´aperto e mi vedo li, calato nella realtà dei miei vent´anni! Mi vedo ballare e poi ballare con il gel tra i capelli e un cocktail da consumare. Per fortuna è solo un flash, un lampo di ricordi subito rimossi.
Mi ci vorrebbe un mese per abituarmi al ritmo menefreghista dello stivale.
Ma un mese fuori dalla Germania raramente lo trascorro. Al ritorno sistemo le mie cose con un po` di nostalgia per quei paesaggi che ho lasciato, il mio balcone con vista sul mar tirreno che tanti mal di testa mi ha procurato d´inverno quando il vento soffia forte e la salsedine la senti sulla pelle. Ripongo la valigia in cantina e penso che il prossimo anno vorrei andare finalmente nella mia isola : Ιθάκη.

domenica 26 settembre 2010

Lettera ad una bloggerista











Ciao,
in un giorno come tanti pieno di niente, nel niente ho digitato una frase che avevo scritto tempo fa: "autunno: foglie morte sotto i piedi". Come primo risultato è spuntato fuori il tuo blog; l´ho letto, mi è piaciuto e ho avvertito subito il bisogno di scriverti per farti sapere che seppure giovane di età hai mostrato di essere già matura di esperienze interiori. Nelle tue pagine ho avvertito un dolore intimo per nulla intaccato dai diverbi adolescenziali che pure erano presenti in te. Ti ho cercata nella rete , ho scritto il tuo nickname e ho iniziato a percorrere a ritroso il tuo tempo che hai lasciato fermo nei file(s) ed è stato bello conoscerti, apprezzarti e leggerti nelle mille tue sfaccettature. Mi sei piaciuta perfino nella tua ultima versione -lasciami passare il termine- da moralizzatrice! Sbocco obbligato per chi come te non ama le storture e la barbarie del mondo. Non mi piace essere prolisso: in certe occasioni è meglio la brevità, l´asciuttezza... In questo momento sono il Signor nessuno che dopo aver elogiato le tue doti non ha nulla da offrirti. Credimi! Quanto avrei voluto essere un editore! Ti avrei chiesto con tutto me stesso di pubblicare quello che sarebbe stato il più bel libro di tutti i tempi: il tuo (chissà forse é successo davvero ma questo non mi è dato sapere)! E allora qual è il motivo di questa mia mail? Mi piacerebbe che continuassi a scrivere sul tuo blog (non lo aggiorni da tempo) in modo da poter diventare tuo assiduo lettore, un lettore felice e, in ultimo, poter ogni tanto scambiare con te qualche mail su ciò che è o che è stato, in un tempo che alla mia generazione ha dato soltanto l'idea della vita, non la vita.

Un saluto e perdonami, se puoi.



Giovanbattista

mercoledì 22 settembre 2010

Sequel di: intervista a me stesso lieve misantropo

… E la sua generazione??

La mia generazione e più quella prima hanno vissuto alle spalle del muro di Berlino. Viziati e pagati dagli americani! Forse è per questo che i sessanténni, cinquantenni e quaranténni di oggi sono più inclini al guadagno facile, all’ ´imbroglio, al sotterfugio, alla bustarella.
Certo c´erano gli operai che un culo (lasciami passare il termine scurrile) se lo sono sempre fatto ma poi c´erano anche i borghesi, gli impiegati degli anni settanta, tanto parchi quanto pigri e una certa lotta di classe di cui varrebbe la pena di approfondirne se non la ragione il significato intrinseco.
La scuola ci ha informato ma non ci ha formato affatto! Gli insegnanti, poverini, adesso hanno più a che fare con il mutuo da pagare che con la cultura! Ma non li stigmatizzo in una società obsoleta e senza valori sono il male minore, non giocano più un ruolo da anni e per questo gli concedo volentieri le attenuanti generiche!
La mia Italia da giovane era certamente diversa da quella attuale ma in entrambi i casi ai ragazzi volenterosi di allora come a quelli di oggi non è stata data la opportunità di sperimentare e innovare. Essi sono stai stati inglobati, fagocitati; parcheggiati in perenne attesa e resi mediocri! E il vecchiume che puoi respirare in ogni dove ne è testimonianza viva!

La politica un tempo fucina di idee si è ridotta a mero potere. Che tristezza assistere alle infinite lotte di poltrone! Mi ricordo il pentapartito della prima Repubblica, un sistema quasi perfetto per spartirsi i posti che contano. C`era una crisi di governo a settimana ma il tutto avveniva con molta più “eleganza” di adesso e con l´avallo degli stati Uniti che ci hanno sempre ricordato che avevamo perso una guerra e non potevamo mai più vincerne un´altra.

Cosa pensano all´estero degli italiani e di questo continuo rubare?

Certo in Italia mica sono tutti ladri, quelli sono la minoranza ma l´idea che ogni italiano possa, in futuro, diventarlo mi inquieta. Molti all´estero pensano che gli italiani siano dei potenziali imbroglioni. Non è detto che lo siano veramente ma c´è la opinione diffusa che un giorno anche l´onesto possa diventarlo perché stufo di subire. Non so se ho reso l´idea. Come dire se a te non piace la pasta e fagioli ma attorno non c´è null´altro prima o poi, preso dai morsi della fame, finirai per mangiartela!
È un discorso di opportunità! e si sa che l´occasione fa l´uomo ladro.
Forse un giorno introdurranno il concetto di modica quantità pure per il denaro rubato. Fino a 500 mila euro non si rischia nulla se non un ammonimento a essere più onesto in futuro. Oltre scatta un ammenda non di tipo pecuniario però, che può essere un fine settimana da trascorrere in casa per esempio.

Il suo concetto di vita?

La mia idea della vita è un work in progress, un cantiere aperto. Un viaggio dall´esito tutt´altro che scontato ma comunque affascinante. L`importante e che io non perda mai la curiosità e la voglia di capire cosa mi circonda mantenendo quello spirito critico che mi fa sentire vivo e a galla anche in quei periodi in cui le alte onde del mare della vita mi sovrastano e mi travolgono impetuose.


Berlusconi? Si finisce sempre per parlare di lui..


Io l´ho sempre detto che Berlusconi è il guaio minore... C´è gente che davvero crede che il responsabile di tutti i mali del sistema sia il cavaliere e questo non per difenderlo ma per dire che spesso gli italiani peccano di provincialismo. L´Italia va male? ma non é che il resto dell´Europa e del mondo se la passi bene. In Germania si è fatta la più grande manovra economica della storia tedesca, un atto senza precedenti che pesa sul portafoglio della gente. In America Obama perde consensi perché non da agli americani quella prosperità nelle tasche, sia pure virtuale, che godevano con Bush nonostante sia il presidente che ha dato il diritto all´assistenza sanitaria anche ai poveri... L´Inghilterra poi sull´orlo del fallimento!
C`è in giro una leggenda che narra di due o tre faccendieri misteriosi che governano il mondo in barba all´ONU. Sembrerebbe il modello mafia esportato in grande scala. Beh, questa leggenda mi affascina.

Per concludere, l´Italia si appresta alla costruzione di centrali nucleari…

Inevitabile se si vuole che questo paese sopravviva a se stesso! Non che sia d´accordo che il mondo si debba fornire di energia proveniente dal nucleare ma non vedo una soluzione a breve che possa bypassare l´idea che in Italia si possa fare a meno di questo tipo di energia. Metteremo anche noi le scorie sotto terra è con buona pace di tutti questa sarà una parte (non l´unica) dell`eredità che lasceremo alle generazioni future.

martedì 21 settembre 2010

Sto pensando che:

Sarebbe bello svegliarsi bambimi e crescere col trascorrere delle ore per poi ritrovarsi grandi la sera giusto il tempo per andare a dormire... I grandi, quando si sentono tali per tutto il giorno e per tutti i giorni a venire, sono capaci di immensi disastri. Meglio essere come i pulcini che escono per la prima volta dal guscio. Meglio il loro pio-pio che i tanti suoni del vociare.

mercoledì 15 settembre 2010

Precisando ringrazio





Nel centro di Londra c`è un polmone verde l´Hyde Park, bellissimo d´autunno con le foglie morte sotto i piedi…Nella parte nord si trova il cosiddetto angolo degli oratori dove chiunque (davvero chiunque) può inscenare la propria filippica. Credo sia un bell´esempio di democrazia della parola.

Quando ho deciso di aprire il mio “angolo dello scrittore o scribacchino“ , imitando i frequentatori dello speakers` Corner, nel nome della democrazia della parola scritta, ho pensato più volte se fosse il caso o meno di farlo, ed a come riempire questo spazio. Dopo travagliate notti insonni, sono giunto alla conclusione che non avrei mai e poi mai parlato dei problemi miei personali che fanno parte del quotidiano vivere. Non volevo che il blog fosse insieme alibi e sfogo per le mie frustrazioni e non avendo nulla da dire certamente quel nulla doveva assomigliare il meno possibile a quel tanto nulla che leggo qua e la in rete e in blog apparentemente logici, ma che poi, alla fine, tanto logici non sono, anzi sono spesso diari che accolgono persone con forti disagi mentali, esaurimenti fisici e nervosi di varia natura; psicopatici, soggetti borderline o con disturbi bipolari, paranoici a vari livelli…
Con queste premesse allora non poteva che nascere lo zibaldone, una sorta di contenitore di scritti inventati ad arte e rivolti ad uno strettissimo pubblico che dopo pochi minuti avrebbero deciso di non digitare mai più il mio indirizzo sulla tastiera! Con il dovuto rispetto e senza paragoni credo che anche il Leopardi non avesse poi tantissimi lettori.
A pochi mesi dalla sua nascita non so se lo zibaldone di Giovanbattista abbia raggiunto il suo scopo. Forse è troppo presto per dirlo, ma posso affermare che la direzione è quella giusta. Continuerò a scrivere con lo stesso spirito con cui ho iniziato e soprattutto senza prendermi troppo sul serio. Non voglio che questo spazio auto-gestito sia la panacea dei miei malesseri che non trovano un´adeguata cura e soluzione altrove, voglio che la mia scrittura creativa e non rimanga per un po´ di tempo a disposizione di tutti nei files del cyberspazio. Voglio affrontare ogni argomento, anche politico, facendo mio il concetto del coraggio delle idee, quelle proprie e non quelle degli altri, riservandomi altresì quel diritto al ripensamento che ho citato nel mio profilo, indispensabile (penso) a chi come me, non crede di avere la verità in tasca o, meglio, di aver scritto un brano della bibbia o una sorta di vangelo secondo Matteo ma pensieri opinabili e confusi (perché no), soggetti a commenti che non debbono essere a loro volta commentati dal sottoscritto perché così facendo si creerebbe un botta e risposta stucchevole e di difficile comprensione: i commenti non vanno mai commentati!

Come diceva Flaiano: “un buon scrittore non precisa mai”, così come un poeta non spiega mai le sue poesie - aggiungo- ma, in questo caso, non sono né nell´uno né l´latro bensì un blogger, un semplice blogger, che precisando ringrazia chi, sia pure per caso magari attraverso giri immensi, è giunto fra le mie pagine a leggere quel nulla di cui non vado orgoglioso ma che, in questo momento fa parte di me. E non importa se non tornerà più,nemmeno per caso o per un milione di dollari, sul mio blog.

martedì 14 settembre 2010

Sto pensando che...



Nell´immaginario di una donna i puntini non sono sospensivi ma decorativi. Sono ornamentali.

venerdì 10 settembre 2010

L´inquietudine di Lina e la lunga retorica di un prete ai genitori

Quando Lina mi ha parlato della sua inquietudine non mi sono affatto sorpreso; conosco la persona e conoscevo il suo disagio ancor prima che lei me lo manifestasse: ho accolto con favore la sua decisione, credo che abbia fatto bene.
Lina mi ha riferito di non ritenere giusto il fatto che voi vi opponiate al suo fidanzamento con Luigi.
Se riflettiamo più attentamente e andiamo a ripercorrere le tappe fondamentali della sua pur giovane vita non potremo fare a meno di soffermarci su alcuni aspetti. All´età di tredici anni lascia la scuola e cioè lascia non soltanto la preparazione culturale che l´istituzione trasmette ma anche quel mondo formativo che soltanto quell´ambiente è in grado di offrire. In altre parole, se è pacifico affermare che l´istituzione scolastica è allo stesso tempo informazione e formazione, la ragazza abbandona, in una fase importante della sua crescita, il confronto con i suoi coetanei perdendo così una occasione importante di arricchimento.
Quindi non è tanto l´aspetto culturale bensì l´aspetto sociologico che va tenuto in considerazione.
Lina dopo aver lasciato la scuola dell´obbligo ha scelto un lavoro (estetista o commessa) a realizzazione delle sue aspirazioni, ha trovato la strada sbarrata non dalla mancanza di opportunità di collocazione, ma dalla volontà contraria ferma e decisa di voi genitori. Un episodio che si aggiunge alla mancata, ma tuttavia meno grave, formazione scolastica. Ma una ragazzina di 14 anni a cosa può pensare se non a vivere tutto quello che fa parte del mondo adolescenziale? Le prime cotte, i primi baci, le emozioni, le paure, le speranze, i sogni, lo sviluppo del proprio fisico, la scoperta della propria femminilità. Ebbene tutto questo non lo ha vissuto perché non ne ha avuta la possibilità..


A 15 anni si è trovata improvvisamente ad avere delle responsabilità enormi; il peso di un lavoro tutt´altro che facile come se spettasse a lei cosi fragile il peso di dover mantenere un´intera famiglia. I ragazzi della sua età vanno a divertirsi, si frequentano, mangiano un panino, ridono, scherzano, si prendono in giro, piangono perché no! E pensano al proprio futuro in modo incerto, a come saranno e a cosa faranno da grandi, se mai avranno dei figli, una famiglia, una persona da amare per sempre. Ma per lei niente di tutto questo perché è già grande, ha già una famiglia, dei figli da mantenere, una zia da accudire, non può pensare a divertirsi. C´è soltanto la dura, crudele e triste realtà fatta di sacrifici e preoccupazioni. Ma Lina non è sposata, non è una ragazza madre… allora quei figli di chi sono? Quella famiglia a chi appartiene? Macché figli, quelli sono fratelli, sorelle, e lei gli vuole molto bene. Pensa al loro futuro, gli fa da padre.
Un atteggiamento nobile, da ammirare ma che, tuttavia, non rientra fra i suoi compiti perché non ve ne è la necessità, l´impellenza, l´urgenza. Certo, chi aveva il dovere di provvedere alla propria famiglia lei don Mimì lo ha fatto ma non basta! Ci vuole aiuto perché il lavoro è pesante, occorrono braccia forti e gambe solide. Così quando si è offerta volontaria nel dargli una mano in campagna, quella stessa Lina che a detta di lei non doveva lavorare improvvisamente è diventata idonea al lavoro. Ma quale lavoro, quello di estetista? Commessa? No! Come per incanto con un fisico di adolescente e fragile non ancora del tutto sviluppato, è stata vista come un forte e robusto ometto. Braccia forti e muscolose, gambe solide, cosa chiedere di più. Questa volta non ha detto no! Questo lavoro non lo farai!

E lo svago, il divertirsi si risolve in una sana passeggiata la domenica, ma non da sola o con chi lei desidera bensì con una persona di cui voi genitori avete fiducia, meglio una sorella. Non può uscire e non esce se non accompagnata! Fuori il mondo è cattivo. Le persone? Sono un branco di lupi, una cozzaglia di animali pronti a fargli del male. Meglio non averci a che fare. E così passa il tempo, i mesi, gli anni. Poche occasioni per lei, pochi amori finiti ancor prima di iniziare.
Alcuni gli dicono che si comporta come una ragazza degli anni 20 oppure :” ma chi sei mia nonna” eppure lei non si sente una di altri tempi e chi glielo dice è cattivo: ha ragione papá! Se una persona mi ama mi accetta così -pensa, ma lei non è così come gli altri la vedono. Nella sua mente ci sono i sogni di una adolescente, i desideri di una madre, i pensieri dolci di una moglie fedele che ama per sempre lo stesso uomo. Ma anche la paura di non farcela, di non essere amata, desiderata, rispettata, ammirata. Qual è l´uomo che sogna? Non è un uomo bello, o meglio non necessariamente bello fuori, perché lei non si sente bella ma nemmeno da buttare. Anche un paralitico non è da buttare ma è disposto a tutto pur di camminare anche soltanto con la fantasia. Se la soluzione ci fosse non sarebbe un problema. Eppure la soluzione ce l´ha a portata di mano ma non l´afferra è li immobile in un torpore assurdo ma, soprattutto, ha paura di afferrare la sua vita e stringerla forte e non farla scappare via.
Chi è dunque questa ragazza! È serena, realizzata, felice? E ancora! si sente amata, accettata o ha paura di essere usata? Si sente attraente e capace di amare?
Quando Luigi ha conosciuto Lina ha notato subito una ragazza profondamente delusa, spaventata amareggiata, chiusa a guscio d´uovo e senza chiedersi se avesse torto o ragione gli ha sfiorato il cuore e si è accorto che batteva ancora: era viva!
Avrebbe potuto trattarla con sufficienza, avviare un lungo dialogo che sarebbe durato mesi, prenderla in giro ma ha provato subito un grandissimo senso di tenerezza e il desiderio e la voglia di non essere uno dei tanti perché lei non era una delle tante… Non voleva e non vuole essere per lei una nuova, ulteriore delusione. Ma di cosa aveva bisogno quando l´ha conosciuta? Di comprensione, compassione, tolleranza indulgenza, misericordia? Niente di tutto questo! Aveva bisogno di un fortissimo abbraccio fatto tutt´altro che di comprensione o compassione. Un abbraccio in cui ogni parola è superflua.
Presunzione? Forse, ma se vedi una persona cadere a terra cosa fai? La riempi di chiacchiere dicendogli quando sia stata sfortunata nel cadere o l´aiuti a rialzarsi ed a camminare?
Troppo facile penserete, troppo ovvio e scontato il suo atteggiamento da super eroe che arriva e salva la moribonda…. E invece no! I super eroi si trovano nei fumetti mentre lui è reale e felice di appartenere al genere umano con tutti i suoi difetti poiché la perfezione non è dell´uomo ma del Signore Dio nostro.
La vita è un valore assoluto, ha i suoi ritmi, le sue tappe fondamentali, le sue regole e vale la pena di essere vissuta in modo pieno con tutti i suoi rischi. Cadere e rialzarsi, gioire e addolorarsi ma mai tirarsi indietro. E allora perché non rispettare una ragazza che non è pronta, che non ha vissuto a pieno il suo tempo. Lina soltanto ora sta vivendo la sua adolescenza quella stessa che gli è stata negata anni addietro e Luigi è felice di essere per lei quel “quindicenne” che non ha mai avuto. Tacere su tutto questo sarebbe pura ipocrisia si correrebbe il rischio di diventare complice di chi ha sbagliato nei suoi confronti. Perciò don mimì vi chiedo di approvare come io approvo il volersi bene di questi due giovani con l´augurio che il loro bene sfoci presto in matrimonio.

(i personaggi e i fatti sono di pura fantasia)

mercoledì 8 settembre 2010

Una sconosciuta di nome Mary

Quanto conta l´immagine? Il modo di presentarsi agli altri, il volto, l´aspetto fisico.
Me lo chiedevo vent`anni fa (adesso non più) ma non volevo rassegnarmi al pensiero che contasse tantissimo.
Ho cercato di capirci un po’ di più attraverso uno scambio epistolare con una ragazza di un piccolo centro del salernitano di nome Mary. Non ci eravamo mai visti prima eppure riuscivamo lo stesso a comunicare.
Sono passati vent´anni da allora ma oggi mi piace l´idea di riportare due delle tante lettere che ci siamo scambiate.

7 Novembre 1991

Quando si dice il caso…
Proprio oggi dicevo: quel ragazzo non mi scrive più! Ed ecco arrivare il postino. Ho capito che mi sbagliavo.
Grazie lo dico a te, ma non deve suonare come un sfottò: la mia è una scoperta: ricevere le tue lettere comincia a farmi piacere. Non vorrei però che ciò venisse frainteso da parte tua e che ti portasse a pensare chissà che cosa, se ti dico cose un po`cosí… ma per mia natura sono portata a dire ogni cosa che realmente sento dentro di me. Ho deciso di scriverti subito, anche se sono stanca e dovrei andare a letto. Cerca, quindi, di perdonarmi se capiterà qualche errore “di prassi o di forma”.

Sono rimasta sorpresa, devo dire la verità, del tuo modo di pensare, infatti fino ad oggi non avevo incontrato nessun tipo di persona, sia esso maschio o femmina che la pensasse così. Sarà forse l´ambiente in cui vivo che non mi offre queste possibilitá. Infatti su molti punti la penso come te. Lo dicevo pure l´altra volta: oggi viviamo in un´epoca in cui la donna viene vista solo esteticamente essa è un oggetto da guardare e usare. Io sono diversa, non mi ritengo un oggetto e nemmeno voglio che gli altri mi ritengano tale. Sono una ragazza che crede nelle sue cose e le porta avanti come chiunque crede nel giusto! Non posso e non voglio cambiare idea.
L´ambiente in cui vivo non mi offre molte possibilità, purtroppo, di portare avanti i miei principi. Qui da noi si frequenta gente che non è portatta a pensare certe cose. Per la maggior parte di loro la donna è vista solo come attrazione fisica, non importa se è intelligente o è una gallina, basta che sia come tu dicevi “bona” e che sappia soddisfare i loro desideri.
Purtroppo io non la penso così e quando dico loro che la penso diversamente ecco che lui se ne va e cosí facendo dimostra che quello che dicevo è vero. Sono contenta quando succede ció, anche se sto male per un po´ ma almeno so che ho portato avanti quello che penso; non posso cambiare il mio modo di pensare solo per dire che sto con un bel ragazzo. Io sono così, non posso cambiare per far piacere a qualcuno che non rispetta le mie opinioni. Delle volte mi dico che è inutile portarle avanti, si rischia soltanto di rimanere da soli.
Ti ho fatto tutto questo discorso per riallacciarmi a quello che dicevi tu. Come vedi la penso quasi come te.
Mi parlavi anche dei miei sogni, di quelli non te ne posso parlare, sono particolari! Non basta un semplice foglio di carta per farlo. Beh ora ti devo salutare chiudo qui la mia lettera.
Un grosso ciao da mary.
N.B. pur non avendo un lavoro stabile i francobolli posso comprarli.



14 Novembre 1991


Carissima Mary,
Piove ed è il mio compleanno. Ho voglia di regalarmi qualcosa, forse un impermeabile per ripararmi dalla pioggia e con essa dall´angoscia di quest´oggi peggiore di ieri.

Non ho candeline da spegnere; non ho sogni da sognare ma al diavolo tutto e tutti se, per gli altri, sono cambiato. Non andrò più alle loro stupide feste? niente più telefonate? sarò l´ex di tutti? Chi se ne frega! metto su un disco e tutto passerà. Certa gente parla come se no dovesse mai morire, ma forse è già morta dentro.
In mezzo a tanto grigiore l´unica nota lieta è la tua lettera, lo dico senza fraintendimenti di sorta: raramente confondo la gentilezza femminile con qualche altra cosa o pensiero.

Vivere in città è un po´ deprimente, avverti un senso di inutilità, nessuno è indispensabile si soffre di più la solitudine rispetto al paesino dove tutti si conoscono e nel bene e nel male con quella gente devi “convivere”. Certo in città c´è più spazio per il divertimento; ci sono diverse mentalità che a volte confrontano e si scontrano nei movimenti politici ma è sempre difficile dire se la vita di città sia migliore di quella di un piccolo centro.

Ho letto attentamente ciò che hai scritto e ti chiedo di non cambiare mai perché cosi non sei più un granché come dici di essere ma sei bellissima.

Ciò che tiene unita una coppia non è il sesso (che è pure importante) ma la voglia di costruire qualcosa insieme, di dividere e condividere tutto quello che si riesce a realizzare. Non si devono accettare compromessi sgradevoli per il timore di restare soli…

Noto che il muro di diffidenza eretto nei mie confronti, si sta, a poco a poco, sgretolando ma il timore del “fraintendimento” non deve essere così forte da fare in modo che il nostro dialogo rimanga sommerso. Non sono bravo a capire la psicologia femminile e nemmeno sono tanto sicuro di me stesso e degli altri ma non sono pericoloso.
È importante che tu mi scriva, il resto non conta. Non importa per quanto tempo sarai disposta a farlo.

lunedì 6 settembre 2010

Moby dick

Moby Dick
Non l´avessi mai letto…
La grande balena bianca
non ti avrebbe riempito la bocca
insieme al gin di bettole fumose
dove donne dai rossetti amaranto scuro
ti ridevano davanti
e ti spiavano dietro.

mercoledì 1 settembre 2010

Comunicazione sensoriale

La comunicazione implica il coinvolgimento dei sensi quale lo sguardo, l´olfatto, sentire il timbro della voce... e quella scritta purtroppo non può avvalersene!
Se leggi un libro che descrive il mare puoi anche sentirne l´odore? Un libro o un articolo di giornale che parla di monnezza a Napoli ti fará immaginare il puzzo (sempre adattato alla tua soglia di sopportazione) ma non la nausea che viene dal puzzo... non andrai in bagno a vomitare leggendo la descrizione sia pure minuziosa di una autopsia fatta da un medico legale. Chi ha letto tanti libri certamente ne ha tratto vantaggio emancipandosi culturalmente e chi legge molto, prima o poi , un libro lo scrive! Forse i racconti sono frutto delle innumerevoli letture e sono a sua volta belli da leggere: lasciano buone sensazioni dentro l´anima, ma la comunicazione va oltre la scrittura e quindi anche oltre il libro. Quanti libri, editoriali o colonne di quotidiani sono state scritte, ad esempio, sull´aids o sulla droga e sull´importanza del preservativo come prevenzione; quanti opuscoli, manualetti sono stati distribuiti nelle scuole e il messaggio non è arrivato ai destinatari? Meglio una campagna affidata all´immagine e a uno slogan; meglio far vedere un drogato che muore di overdose che cento libri che parlano di droga riposti nel cassetto. Attenzione però, qui non si discute della scrittura come arte contenuta nei libri ma della scrittura come mezzo di comunicazione e della sua incidenza.
Se dovessimo fare una classifica dei mass media più efficaci il libro non è di certo ai primi posti: questa è la realtà.
Il telefono cellulare per gli sms, la chat -priva di webcam- e la e-mail per il personal computer si avvalgono delle emoticon (le faccine) e se la chat room è priva di webcam è monca perché non soddisfa la vista…).
La televisione stessa è manchevole, infatti si evolve ed entra nel 3d e in futuro i giapponesi immetteranno sul mercato tv e console capaci di diffondere gli odori! Si avete capito bene gli odori con la tecnologia dst (digital smell technology).
Ora tutto questo che vi piaccia o no fa parte della tecnica che si sviluppa. Se non vi piace allora dovremmo discutere su come governare la tecnica. Ma questo è un altro discorso.

La comunicazione regina é quella sensoriale magari fatta FACE TO FACE (faccia a faccia), quella che ti coinvolge totalmente, che non lascia scoperti i sensi di cui sopra, che ti fa sentire gli odori, i suoni, il gusto ed è quella che vince di gran lunga su ogni altra.
Faccio un esempio molto semplice. Copenhagen: ci sono due ristoranti a poche centinaia di metri di distanza. Entrambi si fanno pubblicità per attirare più clienti... Il primo ha ingaggiato due ragazzi sandwich con i cartelloni a tracolla che distribuiscono volantini ai passanti, l´altro invece diffonde gli odori della cucina nella zona antistante (esiste un metodo per farlo).
Bene! Statistica alla mano il ristorante che ha diffuso gli aromi di cucina ha avuto più clienti di quello che si è reclamizzato in forma scritta con i volantini, nonostante si dicesse che venissero praticati prezzi turistici. Alla fine ha vinto la "comunicazione sensoriale" (l´olfatto) sulla comunicazione scritta! I potenziali clienti hanno seguito gli odori. Si sono lasciati attrarre dagli odori più che dal foglio di carta anche se sul foglio di carta c´era scritto che i prezzi del pasto erano imbattibili!
Ora si potrebbero fare mille altri esempi più complessi e pertanto di difficile comprensione ma per rendere bene l´idea immaginate cosa può comunicare un cantante o un musicista attraverso il suono in ognuno di noi; pensate a una particolare musica o melodia nel reclamizzare un prodotto e potrei continuare per tutti gli altri sensi come il gusto; penso a ciò che può “dire” un buon bicchiere di vino o una determinata pietanza particolarmente gradita al palato. Penso al ruolo importante che gioca l´odore nella relazioni umane e in particolare i feromoni nell´innamoramento uomo donna, alla terapia uditiva, olfattiva etc. Al marketing in generale a cui la comunicazione sensoriale è applicata. Insomma dai sensi si apre un universo i cui risvolti assumono un significato scientifico che non si può certo sottovalutare. E dai sensi noi ricaviamo molte informazioni, essi ci fanno da guida, ci orientano nella giungla urbana; ci fanno scegliere e desiderare.



lunedì 30 agosto 2010

Sto pensando che

Per me il blog è come il pantalone dell´anno scorso : ha buone probabilità che ti vada stretto! (crescendo a volte s` ingrassa pure). Pensi: “ ma che ho scritto! No! Non posso essere io quello…” e ti lasci travolgere dalla vita e dal mondo che là fuori scorre in nome delle cose da fare più che in quelle da raccontare.

martedì 24 agosto 2010

Duisburg un mese dopo

Ieri nella redazione dei giornali tedeschi è giunta una lettera aperta della Signora Nadia Zanacchi mamma di Giulia Minola morta schiacciata dalla folla nel tentativo di assistere alla love parade a Duisburg in Germania. Eccone uno stralcio:

Giulia war gerade dabei, zum Konzert zu gehen und zuzuhören, zusammen mit vielen, sehr vielen Jugendlichen, die wie sie Musik lieben.

Als sie mich um Erlaubnis und Rat gefragt hat, hat sie mir erklärt, dass diese Veranstaltung stattfindet im Gedenken an den Fall der Berliner Mauer. Dass diese Loveparade die Verneinung von Mauer ist, von Trennung und Intoleranz. Sie würde nach Deutschland gehen, einer sicheren und organisierten Nation. Sie war euphorisch und glücklich und fand hingegen einen Tunnel und in diesem Angst, Bedrängnis und Tod. Warum?

Menschliche Dummheit, Arroganz und Habgier: Das hat sie gefunden und mit ihr zusammen viele andere Jugendliche, die sich arglos und naiv auf diesen Nachmittag vorbereitet hatten und von der Feier schon so lange geträumt hatten. Jetzt ist nichts mehr geblieben: Nichts.
Sie glaubte an eine friedliche und bessere Welt.

Gerechtigkeit für Giulia und für die anderen Jugendlichen. Gerechtigkeit, Gerechtigkeit.

Cosi inizia la lettera:"Giulia stava andando ad ascoltare un concerto, insieme a tanti, tantissimi giovani che, come lei, amavano la musica. Quando mi ha chiesto il permesso e un parere, mi ha spiegato che era per ricordare la caduta del muro di Berlino, la cancellazione di muri, divisioni, intolleranze, sarebbe andata in Germania, in una nazione sicura, organizzata, precisa. Era entusiasta e felice ma ha trovato invece… un tunnel e in fondo a quello la morte. Perchè? (continua...).
Adesso non è rimasto più nulla, nulla. Credeva in un mondo pacifico e migliore. Giustizia per Giulia e per gli altri giovani. Giustizia, Giustizia".


Dopo la tragedia di Duisburg ho provato ad immaginare in quale situazione si sono venute a trovate quelle centinaia di migliaia di persone strette, ammassate l´una contro l´altra. Un fiume di gente che a malapena riusciva a fare un passo nella calca asfissiante. Ragazzi perbene, mescolati a padri e madri di famiglia ed a giovani e non, già fatti di crac e alcol. Una promiscuità voluta, cercata, concretizzata sotto i tunnel che portano alla spianata (di terriccio) a ridosso della ferrovia, dove Dj ambulanti si scatenavano e scatenavano la folla urlante.
Conosco Duisburg, conosco i luoghi del disastro, una tragedia per certi versi annunciata perché quel posto non è adatto ad accogliere così tante persone in una sola volta. Un ingresso unico in cui si è creato un grosso imbuto dal quale era difficile defluire anche perché privo di uscite laterali.
Ho visto gente camminare sulle teste degli altri, le foto che ho potuto esaminare hanno reso una testimonianza crude e agghiacciante di ciò che è successo.
Per questo accolgo e faccio mio il grido di dolore e di giustizia invocato in questa missiva dalla Signora Zanacchi.
In Germania stanno lavorando per accertarne le responsabilità e per dare una risposta alle famiglie delle vittime. Non credo che faranno sconti a chicchessia.

venerdì 20 agosto 2010

Pagine di diario di un adolescente: il breve tempo



Mi rendo conto di come i tempi cambiano in modo automatico e rapido. Mi accorgo del non ritorno. Vivo un tempo scandito da ritmi blandi. Ho paura di non farcela. È un continuo distruggere e ricostruire ma le fondamenta sembrano durare sempre meno. Un crollo!
Oggi è anche una giornata d´estate, sudare tanto senza aver fatto niente mentre tutt´attorno sembra immobile e stanco. Eppure qualcosa succede in queste vie, forse il silenzio nasconde grandi tragedie. Non c´è consapevolezza ma nemmeno certezza e allora tutto diventa difficile. Non ho possibilità di domandare. Attendo e nell´attesa mimo me stesso. Vorrei tanto vestirmi e camminare senza scarpe, sentire un dolore nuovo perché questo è già passato.
Quante bugie dicono le canzoni! Era febbraio e nevicava forte, ero così felice! Un crampo al cuore questa estate! Follie notturne e mattinate comatose. Fuori la gente non ti conosce più. Si fa presto a togliere il saluto.
Non parlo, non volgo lo sguardo, non ti cerco nel pensiero. Ho sete e in questa mia sete c´è intriso un desiderio che non cede al silenzio e al rimpianto.

…mentre nella piazza si aggirava un venditore di anime

Cercai in un lungo viaggio
il breve tempo e lo ritrovai
e nel tempo ancora vidi la luce
i giardini d´incanto e
i doppi sorrisi.

giovedì 19 agosto 2010

Sulla società e la tecnica

...È proprio su questo che le menti più illuminate dovrebbero discutere ma non lo fanno anzi si adeguano al "nuovo" che avanza. In realtà l´uomo è schiavo della tecnologia; si é già visto che non può farne a meno soprattutto di quella futile e inutile. Ma l´uomo è anche schiavo della politica come forma di potere! sono due storture della società di non poco conto ma di cui nessuno si vuole occupare se non nei polverosi circoli di "intellettualoidi" o presunti tali! Il fatto poi che ne parli io, un non addetto ai lavori, è la conferma di questa non-curanza: il dottore non cura l`ammalato? Allora l`ammalato ricorre all`automedicazione con i disastri che sappiamo (non so se si capisce la metafora).

Gli utili delle imprese vengono affidati ai mercati finanziari e "bruciati" nel giro di qualche ora!
La società italiana, molto corrotta, fatta di "guardie" e "ladri" che si rincorrono tutto il tempo; la lotta che ne deriva per il potere... E un mondo che è fatto sempre più su misura per le lobby che sono un fenomeno planetario. La domanda é chi cura gli interessi dei deboli? Io? voi? E poi il valore dell`uomo: quanto vale una vita umana oggi? Perché se non vale più niente allora nessuno si meraviglierà della vecchietta che muore di fame e dei bambini che vengono uccisi nelle guerre etc.

Il benessere è là, in cima al monte, e tu da uomo ambizioso pensi: "io ce la farò andrò fin sopra quel monte e mi prenderò quello che desidero...". È chiaro che in questa corsa non ti curi degli altri! È una gigantesca caccia al tesoro giocata senza esclusione di colpi dove tutti possono partecipare e soprattutto è una caccia senza regole e, si sa, quando non ci sono regole, non é detto che vinca il migliore!

mercoledì 18 agosto 2010

Cossiga

Di Cossiga su repubblica.it ne fa un ritratto ben riuscito l´ex direttore Eugenio Scalfari che fu prima amico e poi nemico di un politico a cui personalmente non ho perdonato l´aver abbandonato Aldo Moro al suo destino di uomo morto per mano delle brigate rosse e sacrificato in nome dello Stato italiano.
Bisognava trattare e non lo fece, non lo fecero i suoi amici, non lo fece il pci. Cossiga e company non capirono che bisognava trattare la sua liberazione non per restituire Moro alla sua nipotina ma per scrivere con lui delle belle pagine di storia italiana.

Cossiga un personaggio pirandelliano

giovedì 12 agosto 2010

Uomini e donne contro

A tutti quelli che chiedono leggi più severe che possano mettere un freno alla escalation di violenze verso le donne rispondo che è pura utopia perché quando un uomo commette un crimine su una donna lo fa senza pensare alle conseguenze penali e lo fa con tutto l´istinto bestiale di cui il maschio è capace.

Le donne hanno “storicamente” buscato dagli uomini, ma quando, sfogliando i giornali, leggo di mogli, fidanzate massacrate, fatte a pezzi allora mi trovo di fronte a una novità! Una brutta novità figlia dei tempi che corrono.
Non è facile per me, maschietto di mezza età o quasi, affrontare questo argomento perché con tutto il dono della sintesi che la mia mente possiede penso che non si possa risolvere in quattro righe scritte in fretta e furia per il mio blog. Il rischio è quello di apparire superficiale e inutile a un dibattito che però non esiste o almeno io credo non esista se non in qualche sparuto programma tv in una estate italiana tutt´altro che esaltante.

Bisognerebbe affrontare la questione dal punto di vista sociologico, cercare di capire come è cambiato il ruolo della donna all´interno della società. Già! bisognerebbe… ma pur sempre di chiacchiere si tratta e qui purtroppo c´è bisogno di ben altro. Magari ci fosse la scuola della vita! quella che ci insegna a vivere nel rispetto del prossimo, uomo o donna che sia. Magari potessimo smettere di fare la guerra a noi stessi e iniziare ad amarci, ad amare quelli di cui nessuno mai s´innamora.

Uomini e donne che presi da mille e inutili cose da fare per rendere bello e sinuoso o muscoloso il corpo, si sono dimenticati dell´anima e l´istinto che prende il sopravvento sulla ragione diventa assassino pregiudicando ogni gesto che possa giustificare l´aver smesso di amare.
Uomini e donne contro! Contro l´umanità che ne esce sconfitta e umiliata, contro loro stessi, contro il sangue del loro sangue!

La crisi di valori rende l´uomo folle e in questa follia collettiva è difficile finanche trovare le motivazioni per rinsavire.
Oltre a una classe politica da rifondare c`è una società da rifare o almeno una idea di società da ricreare! Questo è quanto mi auguro che faccia l´Italia.

Volevo

Desideravo narrarti
le storie mai vissute
ancora parlarti di quel poeta
sconosciuto ai suoi versi
ora impazzito di vanità.
Volevo io che brucio
nel fuoco della rabbia
impotente.

mercoledì 11 agosto 2010

Sotto l´ombrellone


… Attualmente ho uno scambio di vedute con Di Pietro. Davvero! Ma, ti chiedo, sei sicura che Di Pietro abbia delle “vedute“ ? Quando lui parla faccio una gran fatica a capire cosa voglia dire. Se non sbaglio è stato un emigrante in terra teutonica poi, tornato in Italia, ha studiato Giurisprudenza è entrato in polizia giudiziaria , ha vinto un concorso in magistratura e da magistrato nell´ambito del processo “ mani pulite” si è accanito contro Bettino Craxi , facendo valere un principio giuridico basato su: “non poteva non sapere” ovvero responsabilità oggettiva al finanziamento illecito dei partiti! Poi è diventato ministro...
Ho semplificato troppo? Ha fatto qualcosa di più? Dimmi…

Ho un´immagine bellissima della figlia di Craxi. In occasione delle elezioni comunali a Vietri sul mare (che è il mio paese natale) tenne un discorso nella piccola piazza Amendola in una sera di primavera stranamente fredda e piovosa. Ad ascoltarla c´ero io e altre quattro persone! Pensai al carattere e alla forza di quella donna per nulla rassegnata al destino di portare un cognome di un padre “mariuolo”.

Sia chiaro, giudico soltanto la sua capacità politica. Di Pietro è persona rispettabile così come De Luca e non capisco l´epiteto di delinquente a un uomo che credo sia il meno peggio! Non so a cosa ti riferisci qual è l´episodio delinquenziale, forse qualche inchiesta sul suo operato da sindaco? Il sea park? I rifiuti? Chiunque opera è sotto il fucile della magistratura a torto o a ragione. E se avrà torto sarà giusto che paghi.

Nei primissimi anni 90 presi la tessera dell´allora PDS ed entrai a far parte della sinistra giovanile. Frequentando la sede della federazione provinciale ebbi occasione di incrociare De Luca. Mi sembrò una persona dal carattere deciso con un modo di fare sbrigativo, ambizioso (a me incuteva timore) e infatti di li a poco sarebbe diventato sindaco di Salerno. La mia esperienza fu breve e infruttuosa. Ben presto capii di aver fatto un errore; capii che quello non era il mio mondo; la mia coscienza “sporcata “ parlava un altro linguaggio, non avevo quella dose di crudeltà necessaria, non vedevo l´avversario come il nemico, non avevo strategie, non ero abile a tessere trame ed ero soprattutto privo di quell`inclinazione al compromesso tipica dell´ ambiente.

De Luca non ha vinto le elezioni regionali per una questione di tifo calcistico. I napoletani non sopportavano l´idea che un tifoso della salernitana calcio potesse essere il governatore della Campania.
Peraltro non è nemmeno di Salerno ma della vicina Basilicata. I salernitani hanno un carattere mite come tutta la gente di mare, sono dei “bonaccioni”, poveri ma con un cuore grande. Peccato che il 70% di quelli che abitano a Salerno vengano dalla vasta provincia del Cilento, dalla Basilicata e perfino dalla Calabria; perlopiù figli di contadini con la laurea in tasca che hanno un solo scopo: fare i soldi!

Hey, sei piuttosto “fumino” ti infiammi facilmente. Sulla lingua non hai peli? Chi te lo fa fare? Perché cotanta rabbia? Non è forse meglio volgere lo sguardo dall´altra parte e continuare a sognare? Tanto non è l´uomo che potrà salvare il mondo! Non credi? Ma se a te va, la prossima volta parliamo di Berlusconi, tanto per farti incavolare ancora di più. Mi piace anche il tuo lato “infiammabile” sai (basta non scherzare troppo con il fuoco- penserai).

domenica 8 agosto 2010

La luna

La luna, da sempre, è stato l’astro che più di tutti ha ispirato gli uomini.
Perché più vicina e visibile?
Penso, piuttosto, che tale fascino nasca dalla sua mutabilità. Non a caso veniva venerata come divinità femminile.
Nelle varie parti del globo, le stelle cambiano, secondo la bizzarria della latitudine e della longitudine; ma la luna, la tenue e dolce luna, resta sempre lì, pur mutabile nella forma e nel colore; nell’essere e non essere visibile, tutta o in parte. Bianca, fredda e pallida. Gialla o, a volte, di un caldo colore intenso, quasi rossa. Insomma, sempre diversa.
Odiata, amata, temuta, rispettata e maledetta. Come una donna ma, quale dea, ancor più donna e, come tale, oggetto di un numero incalcolabile di poesie, specie in periodo romantico.
Leopardi, Shelley, Baudelaire, e tantissimi altri, conosciuti e non, che individuano, nel volto pallido della luna, tutte le loro tristezze, malinconie e amori verso la donna, verso il richiamo della natura ancestrale che è insito nella femminilità, con l’eterno miracolo della procreazione. Azione che si ravvisa nel continuo rigenerarsi della luna, attraverso le sue fasi: nascita, crescita, vecchiaia e morte ma che, all’infinito, rinascerà ogni 28 giorni circa.


Una luna che sogna e, come ci dice Baudelaire, fa sognare.
Languida, mollemente sdraiata su mille cuscini, mentre lascia cadere sulla terra, pallide lacrime, raccolte furtivamente dagli uomini, per nasconderle ai bagliori del sole.
Oppure “Graziosa”, nell’aggettivo leopardiano, dove s’intende, non solo come bella ma, anche gentile, educata. Poiché, silenziosa, ascolta le tristezze presenti del poeta e le passate speranze della gioventù. Ma anche, “giunta ai confin del cielo” (Il tramonto della luna).
Insomma, per ognuno, una luna “su misura”, fatta a grandezza di pensiero.
Un astro malinconico che si avvia verso un’epoca quasi “irriverente”, passando, con il decadentismo, attraverso l’ultimo sprazzo di fulgore e fascino, eternata da Gabriele D’Annunzio, quale “Falce di luna calante”.
Una luna che ha retto ai millenni, persino osannata nelle liriche cinesi, nei versi arabi che si perdono nella notte dei tempi ma … Ma ora?
Ora siamo nell’era spaziale, purtroppo per lei! Già un certo Keplero, rubò una parte del suo fascino, asserendo la poco fantasiosa teoria, secondo la quale, le orbite dei corpi celesti, quindi anche della luna, non erano cerchi perfetti. Sfrontato sino in fondo!
Come si può dire alla stupenda luna che non sia perfetta?
Poi, arrivò un altro irriverente di nome Galileo; il quale pretese di forzare la sua riservatezza o, come di moda oggi, “privacy”, come se le parole italiane non bastassero.
Insomma, questo ribaldo, ebbe l’ardire di guardarla da vicino, per mezzo di un astruso marchingegno chiamato telescopio. E, la sua sfacciataggine, non si fermò qui, andando ben oltre, asserendo la non perfetta sfericità e che, il suo viso, non era levigato come quello di una bambola di finissima ceramica, bensì, pieno di crateri. Un po’ vaiolosa!
Beh, diciamolo pure: non fu certo il colmo della finezza. Quasi quasi, con l’abiura …
Ne seguirono altri, ma i peggiori furono Einstein, Fermi e Von Braun, grazie ai quali, il 21 luglio 1969, alle 04, 55 (ora italiana), due bellimbusti, di nome Aldrin e Armstrong, grazie al “progetto Apollo”, scesero la scaletta del LEM, visti da tutto il mondo, per andare a passeggiare e saltellare sulla pancia della luna! Questo fu lo sberleffo peggiore. Almeno, lo avessero fatto senza dare nell’occhio, in punta di piedi! Senza renderlo di pubblico dominio!
Come andare con una bellissima donna, per poi raccontarlo a tutti!

In breve, cosa è rimasto di quel mondo di sogni? Di quel mondo arcano fatto di facce tristi o sorridenti della magica luna?

Cosa resta di quel mondo silenzioso e colmo di avventura?

Davvero tutto finito? Io credo di no!

Credo che il fascino e la voglia di poesia continuino, dal momento che, in quel lontano 1969, non si fece altro che coronare l’antichissimo sogno umano di poter andare proprio sulla luna, di conoscere e comprendere la sua vera essenza.

Già dal II sec. D.C., lo scrittore greco Luciano di Samosata, nella sua “Storia Vera”, immaginava questo viaggio, non con un razzo ma con una nave, ovviamente a vela.

Con Dante, poi, il secondo canto del Paradiso diventa quasi un trattatelo di scienza lunare: il divino poeta ha un dubbio riguardo a quale sia l’origine delle macchie lunari visibili dalla Terra.

Secondo lui le diversità tra le parti luminose e quelle scure, erano causate dalla diversa densità dei corpi ma subito, Beatrice, contesta l’opinione di Dante, dando una spiegazione di natura metafisica (dottrina dell’universale; scienza dell’assoluto; che va oltre ogni cognizione fisica. Come se fosse possibile!).

La conclusione che follemente ne scaturisce è che: “la maggiore o minore densità o intensità degli astri, o di parti di essi, è legata al diverso grado di compenetrazione nei cieli della virtù angelica”. Una visione fantasiosa e scientifico-religiosa tutta dantesca e pienamente medioevale. Ma forse, aveva semplicemente alzato un po’ il gomito! Anche perché, se si fosse preso la briga di dare un’occhiata a quanto asserivano diversi greci già 1500 anni prima di lui, avrebbe trovato ottime teorie molto vicine alla realtà.

Ma si sa, il male peggiore è quello di costruirsi la cultura a proprio piacimento e agio. Tanto per cercare di dimostrare l’indimostrabile.

Petrarca, contrariamente a Dante, per certi versi anticipando Leopardi, fa della Luna una metafora dei suoi stati d’animo malinconici e notturni:

“Io aspetto tutto’l dì la sera,

che’l sol si parta, e dia luogo a la Luna”.

Infine, l’astronauta della fantasia: Ludovico Ariosto, il quale catapultò il senno del suo Orlando Furioso sul nostro satellite. E, per andare a riprenderlo, la sua penna ed il suo ingegno, inventarono l’Ippogrifo, il destriero alato che condurrà Astolfo sulla luna.

La mancanza d’atmosfera respirabile, poco importa alla sovrana immaginazione.

In seguito, si pensarono i metodi più svariati: con mongolfiere, con palle di cannone e vascelli volanti. Persino in gigantesche bolle di sapone o su traballanti biplani di legno e tela.

Sogni!

Sempre sogni ad occhi aperti verso l’arcano e metaforico mondo femminile della poesia.

Per cui, non voglio credere che la scienza e le sue conquiste possano o vogliano ostacolare la fantasia degli ammiratori e cantori del pallido astro.

Forse, fantasia e scienza, possono andare più d’accordo di quanto non si sarebbe portati a credere.

Conoscere le montagne, i crateri e i “mari”, che fanno ormai parte della sua ben nota geografia (o sarebbe meglio dire: selenografia), non scoraggeranno le infinite confidenze di sognanti innamorati, presenti e futuri che, con languidi versi, sussurreranno i loro batticuori alla benevola e fascinosa luna; la quale, imperterrita, continuerà, gelosamente, a custodire i segreti d’ognuno, affidati per sempre al caldo vento dell’amore.

(Marinella Andrizzi)

lunedì 26 luglio 2010

Costiera Amalfitana

È tempo di vacanze e Erika Mariniello per la Repubblica.it fa un viaggio itinerante sulla costa d`Amalfi ecco il link, clicca su:


Amalfi e dintorni non solo mare

Marta

Mi diressi alla volta dei luoghi
risaputi, polo d´illusioni già rivelatesi
inganni e quando la vidi
chiamai il suo nome…

La stanza era quella di sempre
piena del consueto disordine,
quest´è Marta.

D´improvviso però mi accorsi che io
Marta non la conoscevo più,
anzi non l´avevo mai conosciuta.

Nella stanza rimase odore di cena.


(Antonio Salomone)

venerdì 23 luglio 2010

Affitta un amico.


Vuoi andare al cinema ma detesti andarci da solo; vuoi fare shopping ma tuo marito non ha voglia di girare con te per negozi e tu non hai una persona accanto che ti dica come ti sta il costosissimo vestito che stai per comprare? No problem da oggi c´è un sito che ti affitta un amico.
Per il momento il servizio è operativo solo negli Stati Uniti ma si sta espandendo in tutto il mondo Italia compresa. Attraverso un catalogo online si può scegliere l´accompagnatore che più piace ma l´ideatore del servizio ci tiene a dire che non si tratta di amicizia che va oltre il puro accompagnamento. 10 dollari l´ora e non sarete più soli ad un concerto, a una rappresentazione teatrale etc. si affittano anche persone capaci di dare un semplice consiglio o con una particolare capacità come istruttori di yoga, fitness… Insomma ce n´è per tutti e per tutti i gusti! Si accettano iscrizioni da tutto il mondo.

martedì 20 luglio 2010

I pazzi della storia.

C´è sempre stata una certa attrazione per i pazzi.
È successo più volte nella storia dell´umanità che essi siano stati sostenuti dalla folla, ma l´umanità stessa non ne ha mai tratto benefici: solo dipartita.

giovedì 15 luglio 2010

La poesia nel terzo millennio.


Marinella Andrizzi è una di quelle ragazze di talento alla quale vorresti che tuo figlio fosse simile se non del tutto almeno in parte. Mi sono imbattuto nei suoi scritti per caso digitando una frase su google: “autunno foglie morte sotto i piedi”… è venuto fuori il suo nome associato a qualcosa di simile che aveva scritto in un non lontano passato e che è rimasta imprigionata nei file del cyberspazio.
Andando a ritroso nel tempo e riprendendo il pensiero di lei ancora giovane ma già promettente autrice e recensitrice di libri mi è venuta l´idea di “dargli la parola” anche in queste mie pagine e le ho chiesto il permesso (accordato) di poter pubblicare quanto segue:


E’ ancora possibile la poesia nella società delle comunicazioni di massa?

Baudelaire ci descrive il viaggio di una lacrima della luna fin sulla terra. Un poeta la raccoglie nel cavo della mano e, per sottrarla al sole, la nasconde nel suo cuore.
Certo, considerando con quale velocità, nell’attuale società, ci giungono le notizie, e tra guerre e crolli d’imperi finanziari, che valenza potrebbe mai avere quella piccola e pallida lacrima immaginata dal sognante poeta?
Banali stupidità illusorie che non sottraggono alla rovina e alle catastrofi, persone, cose, famiglie ed intere popolazioni.
Uomini, donne e, purtroppo, bambini, ridotti alla fame o uccisi da imprecisati ed assurdi bombardamenti ciechi e sordi, soprattutto alle dolci parole di un pazzo sognatore. Perché tale è un poeta.
Uscire di casa di corsa, recarsi al lavoro già stressati prima ancora di esserlo per motivi lavorativi.
Le cambiali che scadono, rate di mutuo sempre più inaccessibili per le misere tasche dei contribuenti ridotti ai minimi termini da una politica cieca e sorda.
Vie caotiche riempite non già dal profumo d’inesistenti fiori, ma da assordanti clacson sempre più irritati, sempre più furiosi.
Poi, delitti, rapine, violenze pubbliche e private. E la società dei consumi continua la sua corsa inarrestabile verso, verso … Nessuno sa esattamente dove ma, con tutta tranquillità mediatica, c’infarciscono di sorrisi e di oggetti inutili spacciati per indispensabili, così come vuole e pretende la comunicazione di massa.
Ma alla fine, cosa comunicheremo? Disgrazie, eccidi, stupri, e un lungo, interminabile “muro del pianto”, costituito dall’immensa folla dei precari esasperati da questa civiltà così altamente incivile?
No! Non c’è più posto per la poesia. I passi degli amanti di Prévért, sono stati definitivamente cancellati da insensibili onde. Così come il mare magno dell’indifferenza di questa nostra società, ha inghiottito ogni sogno, ogni poesia, sotto un sole ormai malato.
Ma sarà poi vero che la poesia, i sogni ….?
Giro gli occhi e vedo due giovani, stretti, abbracciati e che camminano mano nella mano, come se fossero le uniche due persone esistenti al mondo; sussurrandosi dolci parole all’orecchio.
Per loro, cose, persone, tutto si perde e sfuma in un unico colore rosa.
Ed ecco che improvvisamente, quasi facendosi largo a forza, quella pallida lacrima lunare, riacquista il suo naturale immenso splendore, che abbaglia più del sole gli occhi di chi sa ancora amare.
Sì! Finche ci sarà qualcuno capace d’amore, ci sarà ancora posto per la poesia, per la speranza!



Marinella Andrizzi

Ha vinto il primo premio per narrativa e il secondo per poesia al concorso Poeti per caso ediz. 2006, con il racconto: La bambola di pezza e la poesia: L’alba dell’anno dopo. Finalista al concorso “Alla luce delle Mainarde, ediz. 2005, con il racconto: Un grande viaggio. (Una finestra per amica).

mercoledì 14 luglio 2010

Non ci sono dubbi

Non ci sono dubbi! Questo è un periodo poco piacevole della nostra vita sociale e non possiamo non prenderne atto perché la società civile che muta rapidamente il modo di pensare a partire dai governanti fino ai governati vive in una sorta di noncuranza; i poveri, i più deboli vengono lasciati in balia di loro stessi. Emerge così l´esigenza di responsabilità. Coloro i quali devono occuparsi per ruolo istituzionale della gente comune, in realtà usano il proprio mandato per scopi personalissimi. Un certo Bobbio amava dire che facendo politica è praticamente impossibile non sporcarsi le mani ma, io che amo “riempirmi” di utopia, penso ancora che sia possibile un mondo migliore!

lunedì 12 luglio 2010

La speranza di un anacoreta.

Deciso nel suo cammino si avviava come sempre verso un giorno stanco, dove tutto era niente e dove anche la fantasia non poteva farci nulla al cospetto di una tristezza assurda per gli anni che il suo corpo sopportava.
C´era bisogno di scrollarsi di dosso l´ansia di fare tutto e presto ma un giorno cosa poteva valere di fronte alla moltitudine di ore che un uomo trascorre nella sua intera esistenza.
L´indifferenza era la prima cosa che incontrava scendendo le scale. Il suo era un percorso individuale dove ogni altro non si può ritrovare, un cammino in cui si perde ogni cognizione del tempo e la gioia coincide con il non voler essere parte di niente.
L`impopolarità di lui attore di una storia senza fine in un mattino freddo dove anche la pioggia aveva paura scendendo, fece si che le sue dita si gonfiassero all´inverosimile.
Aveva conosciuto un essere vivente come lui: aveva due occhi, un naso, una bocca, due braccia, due gambe, pochi capelli ed anche due piedi grossi; era proprio un uomo come lui. Certo aveva le gambe più lunghe, il naso più corto ma ciò non faceva differenza. Quell´uomo camminava e vedeva proprio come lui ma essendo uguali, né lui né l´altro potevano aiutarsi perché ciò che poteva fare l´uno poteva farlo anche l´altro. Impossibile pensare a un dialogo laddove l`uomo è uguale ad un altro uomo. Cosa c´era da fare in quel mattino in cui la gente sembrava guardare lui e la sua stravaganza? Mentre camminava gli vennero in mente gli inverni degli anni addietro che erano più freddi, le ragazze che uscivano presto e si ritiravano presto la sera, l`odore di fritto del bar sottocasa, il suo piccolo loden…
Con la testa tra le mani cercava disperatamente di aggrapparsi al mondo che camminava ma come avrebbe voluto che rimanesse fermo: amava la staticità. Lo spaventava il fatto che un uomo dovesse stare in movimento in un luogo che non fosse a lui congeniale. La strada non era il suo ambiente ed il suo era un eremitaggio felice. Il pensiero di lui solo, senza nessuno accanto che gli facesse compagnia però lo rendeva paradossalmente inquieto ed ad a volte lo spingeva a cercare a tutti i costi persone che amassero come lui la pace. Anche se era difficile trovare chi fosse disposto a dedicarsi all´immobilismo non aveva abbandonato la speranza che un giorno qualcuno, bussando alla porta dicesse di essere pronto a sedersi con lui davanti al fuoco per giorni e giorni.

sabato 10 luglio 2010

Le frasi che amo

Qualcosa mi spinge dinanzi ai cancelli
delle fabbriche, nei quartieri abbandonati.
Qui leggo sopra i muri
le frasi che amo, impressa
nei volti l´espressione che
ogni giorno evitiamo.
Nelle piazze rosse di collera
io corro da sempre.