Il cortile di giò

lunedì 4 ottobre 2010

Questione di netiquette

Non c`è netiquette in rete o, meglio, non c`è più. Io che ero "collegato" già negli anni novanta posso dirlo. Allora non c´era tanta spazzatura nel cyberspazio. Il mio timore è che internet diventi come la tv. Se metti a disposizione della massa un mezzo tecnologico come il personal computer qualcuno deve anche insegnare loro ad “usarlo” e invece in nome della libertà ognuno fa come gli pare.

Prendiamo ad esempio il telefonino. Un tempo era TACS, poi si é evoluto, digitalizzato nella rete GSM, GPRS, UMTS... è diventato videofonino, macchina fotografica, navigatore gps, smartphone... Ma se con lo stesso mi fotografo le parti intime e invio il mio capolavoro di foto alla persone l` ho usato nella maniera corretta?? E se la medesima operazione la facesse una ragazzina per ottenere in cambio una ricarica per il suo cellulare? Se faccio una iscrizione in forma anonima su facebook celando i miei veri dati personali è corretto?? E se celassi la mia vera identità per entrare nella bacheca di un terzo e violare la sua privacy? E se il tuo capo apre un account dal nome fantasioso e tu lo accetti come amico dandogli la possibilità così di dare una "sbirciatina" a quello che scrivi, avrà fatto un´operazione corretta?
Come per la questione della vulnerabilità della rete in generale, la questione della privacy sui social network è tutt´altro che risolta! I volti, i dati personali possono essere sottratti per scopi illeciti molto facilmente, basta essere esperti.

E quelli che pur non avendo intenzioni da “hacker” comunque non si registrano col proprio nome e cognome non fanno altro che ingrossare le fila degli anonimi rendendo più difficile l`individuazione dei falsi profili che realmente possono nuocere.

Un discorso a parte meritano i cosiddetti vip o presunti tali che sui social network aprono o si fanno aprire pagine le quali risultano poi essere efficaci veicoli promozionali.
Quando partecipavo al delirio aggregante di facebook con un paio ho polemizzato! Non condividevo l´idea di farsi pubblicità in modo così gratuito promuovendo se stessi e fregandosene degli altri. Il sistema è semplice basta rendere visibile a tutti (anche ai non amici) quello che si scrive sulla bacheca. Ad esempio un attore: "domani sono al teatro .... di Roma vi aspetto numerosi, mi raccomando!" magari tu ci vai ma se lo inviti a diventare tuo amico virtuale o gli mandi un messaggio allora il discorso cambia, vedrai che non ti risponde. Allora questi si prendono solo il meglio del network per auto-promuoversi e non socializzano affatto! Il “vippismo” italiano mi fa incavolare soprattutto se penso a quelle attricette da fiction che si atteggiano a dive di Hollywood, o a quelle subrettine e veline di cui l´Italia e i giornali di gossip sono pieni, che guadagnano così tanto solo facendosi fotografare un po` di qua e un po`di la con questo o quello e che in realtà non sanno fare niente. Per loro non c´é mai la crisi, non esiste la recessione nel mondo dello spettacolo?


Facebook veniva usato inizialmente nei college americani per scambio d´informazioni. Il suo scopo originario era quello di mettere in comunicazione persone che già si conoscevano e che per vari motivi si erano persi di vista o più semplicemente vivevano in posti distanti. Mettere una foto accanto al proprio nome voleva dire rendere univoco quel profilo… Eri tu e non un altro che aveva lo stesso nome e cognome. Adesso non so esattamente quale sia lo scopo di facebook. L`anarchia che aleggia sul web è talmente diffusa da rendere difficile darne una definizione e indicarne uno scopo.

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