Il cortile di giò

venerdì 16 settembre 2011

Le stagioni

Stanotte quando sono andato a dormire il cuscino era gelato, non riuscivo a prendere sonno, mi giravo e rigiravo in una sorta d´inquietudine fisica... Avevo bisogno di muovermi, mi sentivo oppresso come in una buca mentre qualcuno ti getta terra addosso per coprirti... Mi sono spaventato ed ho traslocato sul divano! Stamane mi sono svegliato con la sinusite e il mal di testa... Sono un super concentrato di umidità... Ho sbrigato le solite faccende e tra un algoritmo e l´altro ho deciso di pigiare i tasti della tastiera non per destinarli a formule e schemi ma a "combinati disposti" di lettere che danno vita ad una parola di senso compiuto anche se ho una gran voglia di comporre una serie infinita di neologismi e avere pure la pretesa di essere compreso.
Non so perché ma quando scrivo ho il bisogno d´immaginare di rivolgermi a qualcuno altrimenti non ci riesco... Non riesco ad esprimermi come vorrei e non trovo nemmeno le parole giuste, se poi quel qualcuno è una persona conosciuta e di cui provo affetto allora starei li ore a raccontare...
Mi piace il mio mondo, come l´ho costruito, le cose che ho voluto e l´ambiente tranquillo che mi circonda... Vorrei condividerlo certo, vorrei che chiunque mi leggesse provasse una sola volta ad immergersi nell´atmosfera del posto in cui vivo. Io l´ho scelto, io l´ho voluto e adesso desidero solo godermelo... Di sera mi concedo una camminata tra le vie di questa cittadina... Vie dove le automobili non passano perché sono strette e piene di osterie e cantine dove ci s´incontra per bere un bicchiere di vino e ridere in compagnia... Ci sono ancora quei pub dove gli avventori si divertono tirando le freccette. Io non entro ma ogni tanto sbircio da fuori per appagare la mia curiosità non di un forestiero ma di straniero cioè di uno che ha abitudini e stile di vita diversi ma che qui ci vive ed è uno del luogo... Io a quella gente bene o male appartengo. Quando sono venuto qui ad abitare il sindaco mi ha mandato un invito per conoscermi... No, non era solo rivolto a me ma a tutte quelle persone che erano venute in quel mese a vivere nel suo comprensorio... Non mi sono presentato ma adesso, a pensarci meglio, credo di aver sbagliato! anche se per me la partecipazione democratica, ultimamente, un poco mi scoccia.
Nel mese di Luglio mi sono dato un obiettivo difficile da raggiungere: dimagrire! Il punto esclamativo indica che lo scopo era categorico. Ci sono perfino riuscito ma una volta in Italia ho mangiato pure l´immangiabile...
Settembre poi a me mette malinconia... Con la sua arietta sottile e quei giorni che passano lenti mentre le vetrine si riempiono d´autunno e davanti alle scuole si formano i soliti capannelli di studenti svogliati di tutto perfino della vita. Tutte le cose intorno ti dicono che le foglie da qui in avanti cadranno sempre più copiose, che le giornate si accorceranno quel tanto da farti sembrare il colore grigio scuro ormai quello predominante. Verranno giù piogge, temporali e... mi fermo qui perché non voglio essere catastrofico. Allora sogno l´ottobre d´oro (qui lo chiamano così) quelle ottobrate dove il sole splende tiepido e di sera cala giù il nebbione assieme alla rugiada nei campi di castagni che succhiano dalle radici l´humus per far si che i marroni lievitino nei loro ricci. Il vino novello appena stappato, il tepore della coperta sul divano, un buon libro...
Novembre invece mi dice che la stagione volge ed io non so aspettare, guardandomi allo specchio vado in cerca di nuove rughe... Misuro i danni visibili del tempo che passa, mi affanno a trovare nuovi rimedi, cremine dai miracolosi effetti anti età... Ed è in questo semi terrore di invecchiamento precoce che mi avvio ad affrontare l´inverno con i suoi cristalli di ghiaccio che scendono copiosi fino a coprire le vie di questa città... Non aspetto il Natale come potrebbe aspettarlo un bambino anzi l´idea dei regali mi stressa. Tutto mi stressa, i pranzi, le cene, i cenoni e perfino le lucine intermittenti. Quando faccio l´albero mi viene storto, lo farcisco a dovere ma comunque non sembra un albero di natale somiglia di più ad un salice piangente e mi mette tristezza perché li sotto non ci sono regali per bambini... Sì, mi piacerebbe avere un figlio. Sì un figlio, non un bambino ma un figlio... perché i bambini quando crescono diventano figli, non sono più bambolotti da allattare, cambiare e vestire... e un figlio è si fatto a tua immagine e somiglianza ma è altro da te e non puoi controllarlo come si controlla un aeroplanino telecomandato, non puoi dirigerlo a destra e a manca, farlo atterrare a piacimento. Devi dargli solo il carburante e poi sperare che i decolli e gli atterraggi della vita siano i meno traumatici possibili... Io non potrei, da interventista, essere mai un buon padre, farei di tutto per pilotare io quell´aeroplanino, sarei apprensivo come non mai, andrei perfino all´università per sostituirlo agli esami nel caso fosse un pessimo studente. No, non posso essere padre perché non sono mai stato figlio... Dovrei aprire un altro capitolo: "genitori e figli e distinzione dei ruoli". Avete tempo???

giovedì 15 settembre 2011

Mi piace immaginare

... che sei di fronte a me mentre ti scrivo. Mi piace immaginare mentre guardi con occhi incuriositi il mio volto che assume espressioni buffe... Mi piace toccarti dolcemente, nei punti dove la tua sensibilità si accende. Mi piace sfiorarti le labbra, sentire i tuoi muscoli irrigidirsi.
Ho bisogno di te, della tua testa, dei tuoi pensieri... Dei tuoi baci, delle tue carezze. Ne ho bisogno per ricambiarle con la stessa voglia. Ho bisogno di sentire la tua presenza anche quando si ha voglia di stare soli... sapere che ci sei, che sei li; che ti sei data. Niente di più, niente di meno.