Il cortile di giò

lunedì 21 ottobre 2013

Adesso

Nelle mie e nelle altrui  inutilitá non ci vedo nulla di buono ma poi
quando sto lì lì per deprimermi giro il foglio con su
disegnata la linea obliqua della vita e ciò che prima
mi sembrava salita di colpo mi appare discesa. 
Adesso posso di nuovo dire: What a Beautiful Day!

Combinazioni

...mi piacerebbe sorprenderti
con combinazioni
di lettere mai lette prima
ed essere semplicemente
quello che cerchi
consapevole di aver speso
la parte più nobile e sincera di me
per te.

Al caso

Affidandomi al caso 
per caso
ho raccolto la bottiglia che
rotolava lungo la riva
e adesso non voglio
rimettere dentro il messaggio...
Non voglio lasciare che il corso d´acqua
faccia il suo corso.

martedì 11 giugno 2013

Restiamo soli

Raggiungerti 
portarti via 
per sussurrarti parole...
parole dolci e grevi insieme.
Col dorso della mano
accarezzarti il viso. 
Cingerti a me
con la forza del desiderio
dapprima smarrito e
poi ritrovato tra le tue braccia. 
Braccia rigide che
come i fianchi  lentamente
cedono vinte all´ebbrezza dei brividi... 
 Ventri gonfi di aria ansimante 
tocchi di baci sulla pelle
labbra  che a piccoli sorsi
scendono giù sulla nuda schiena.
Restiamo soli 
senza difese
senza più lacci
in fiamme
arsi dalla voglia
ch` è voglia di noi...

venerdì 26 aprile 2013

In attesa

In attesa di quello che succederà, se succederà e quando succederà (mi riferisco alle vicende politiche italiane) mi chiedo se le persone sono veramente felici ma in questa domanda esistenziale però  osservo che  non è importante sapere se è felice tizio o caio perché la felicità individuale è una condizione umana soggettiva. A me invece dovrebbe interessare  la felicità collettiva, quella che appartiene al mondo ed alla sua umanitá. Mi rendo conto altresì che non posso considerare il concetto di felicità senza posporlo al concetto di libertà non solo perché esso viene prima ma soprattutto perché senza di esso non può esserci nemmeno l´idea di felicità ed anche questa condizione non è libertà individuale ma universale.
Bisogna innanzitutto chiedersi se siamo veramente liberi prima ancora di chiederci se siamo veramente felici. Ovvero se di fronte ad una scelta siamo liberi di scegliere una alternativa, se questa alternativa esiste e nel caso non esistesse se sia opportuno o meno crearla. Una scelta è tale solo se vi è una alternativa. Si sceglie il bianco e il nero, la destra o la sinistra... non il nero o il nero, il bianco o il bianco.
Allora il compito di noi tutti e quello di capire se chi governa il mondo ci sta dando un´alternativa premessa indispensabile per una possibilità di scelta.

Tutto ciò che l´uomo produce in termini di beni e servizi entra a far
parte di quel mondo che la scienza chiama economia e la misura di questa produzione si chiama ricchezza. Il modo in cui si vuole creare questa ricchezza o meglio cosa si deve produrre e come si deve produrre per creare benessere entra a far parte di quella branca chiamata economia politica.
Nel corso della storia abbiamo assistito a cambiamenti economici importanti... Siamo passati da un´"encomia rurale" ad una a prevalenza industriale. L´Italia, in questo passaggio, non ha saputo industrializzarsi abbastanza nel mezzogiorno creando una spaccatura incomprensibile e mai sanata tra il nord e il sud. I governanti hanno cercato di sopperire puntando ad una politica di sviluppo del sud Italia improntata pressoché sui servizi esasperando lo statalismo assistenziale con assunzioni di massa nel settore pubblico con un esborso rilevante in termini di spesa collettiva. Altri paesi come la Germania e l´Inghilterra hanno dato fondo a tutte le loro risorse per creare ricchezza prodotta da imprese messe su da soldi privati reperiti attraverso il credito, creando molti posti di lavoro privati e pochi statali.
 Il capitale e il profitto sono stati gli unici credo che hanno ispirato le politiche economiche dei paesi ad ovest del muro di Berlino e l´evoluzione è stata senza dubbio il passaggio ultimo da un´economia reale a un´economia finanziaria... Paesi come USA, Inghilterra e Germania,  Francia, dopo la caduta del blocco sovietico, hanno spostato parte della loro produzione industriale dai propri paesi ai nuovi mercati del lavoro a basso costo, facendo così accrescere notevolmente il capitale d´impresa e creando holding sempre più ramificate. L´obbiettivo era quello di creare un´europa (almeno i paesi più importanti) pressoché priva di fabbriche ma piena di uffici finanziari ovvero  sedi in grado di gestire capitali derivanti da utili prodotti all´estero...
Questo progetto è in piena fase di attuazione: siamo adesso in una  economia finanziaria cioè "soldi che producono soldi" e non più merci che "producono soldi" (i paesi che producono merci sono poveri). L´Italia  con il suo sviluppo disarmonico, si è venuta a trovare in questa nuova fase economica con la parte sud del paese completamente paralizzata poiché questa parte, essendo stata negli anni del boom industriale, pressoché priva di imprese rilevanti a capitale italiano non può adesso essere centro di Holding  italiane.
È vero che c´é stata una certa industrializzazione  a partire dagli anni 50 ma il grosso delle imprese era a capitale straniero e con l`apertura della porta est Europa-Asia,  in Italia a partire dalla fine degli anni ottanta abbiamo assistito e stiamo tutt´ora assistendo ad una forte emorragia d´imprese "estere". Sono rimaste solo sparute  piccole imprese locali che però vengono schiacciate dall`alto costo del lavoro e dalla scarsa innovazione... I politici, ed è questo l´errore che si paga adesso a caro prezzo, hanno puntato sull´impiego pubblico statale come fonte di ricchezza nel sud anziché promuovere lo sviluppo industriale derivante da capitale privato autoctono.
In questo quadro secondo me è da trovare la maggiore sofferenza del sistema Italia rispetto ad altri paesi importanti europei...
Scelte sbagliate di economia politica, fatte da politici dallo sguardo corto...
E allora credo che adesso sia tardi... Credo che in un paese come l´Italia l´eliminazione del gap nord- sud sia impossibile da realizzare ed è per questo che L´Italia tutta deve iniziare, se non vuole smettere di esistere come nazione del comune sentire, ad immaginare una società diversa e farsi promotrice di un nuovo modello di sviluppo e sussistenza che sia sostenibile...
È proprio da questa Italia e da questa profonda sofferenza sociale che si deve partire per far sì che il resto d´Europa e del mondo  possa attingere  idee per poi poter creare quell´alternativa che ci dia veramente una possibilità di scelta... Senza queste idee volte a creare un mondo migliore non potremo scegliere : non ci sarà scelta.
I Politici hanno il dovere di tamponare questa emergenza, è il compito che a loro spetta ma i cittadini, le parti sociali hanno il dovere di interrogarsi sul proprio futuro e devono poter offrire ai governanti un modello di vita migliore. Noi tutti dobbiamo domandarci se siamo felici senza perderci nella ricerca della felicità individuale ma prima ancora dobbiamo chiederci in quale mondo vogliamo stare e soprattuto dobbiamo essere capaci di proporlo a chi questo mondo lo governa.
Il modello di vita socio-economico che adesso subiamo, certo prima o poi  sparirà ma nel frattempo sta portando come conseguenza inevitabile una povertà e una diseguaglianza sempre più estesa.

Oggi è il tempo delle riflessioni e non più delle grasse risate e l´Italia ha una grande occasione per essere promotrice di nuovi valori: non perdiamola.

La patata bollente

  • È Sabato 12 Novembre 2011 quando Silvio Berlusconi dopo una  giornata molto dura alle 21 sale al colle per rassegnare le sue dimissioni...
    Molti pensavano che fosse l´inizio della fine del berlusconismo e ancora oggi molti si chiedono perché il PD non abbia approffittato della debacle del cavaliere per chiedere con forza a Napolitano lo scioglimento immediato delle camere e  nuove elezioni. C´è chi crede sia stato un grave errore, può darsi, ma io invece penso che in quel periodo, come in questo, l´Italia fosse una patata bollente, troppo bollente per essere governata da un partito politico... certo il Pd avrebbe vinto le elezioni anche con ampio margine ma avrebbe dovuto fare il "lavoro sporco"  di chiedere  agli italiani sacrifici impopolari ed è per questo motivo che Berlusconi prima- con le sue dimissioni-  e il pd poi non hanno voluto assumersi questa responsabilità: sapevano che il prezzo da far pagare agli italiani  lo avrebbero pagato a loro volta con gli interessi nelle urne.
    E allora il lavoro sporco con l´aiuto di Napolitano lo hanno fatto fare al "bad boy" neo eletto senatore a vita Mario Monti che aveva una popolarità e un consenso attorno al 50% ma dalle urne ha raccolto soltanto un misero 10%.

    Le ultime elezioni  non potevano e non hanno proclamato un sicuro partito vincitore ma soltanto dei perdenti sicuri aventi il nome di Monti, Casini e Fini e la patata bollente Italia è diventata ancora piú bollente quando le camere si sono riunite per eleggere il nuovo Presidente che poi avrebbe dovuto dare a qualcuno l´incarico di governare. Mi viene facile dire che in questo paese i partiti sì hanno un´ambizione di governo ma soltanto quando le cose vanno bene! Quando c´è crisi e si devono chiedere sacrifici allora non conviene e il sistema Italia diventa una brutta gatta da pelare, la classica patata bollente che nessuno vuol prendere in mano da solo.

mercoledì 13 febbraio 2013

È solo una notte da passare poi...

...dicon che le notti sono sempre da passare
le paure poi s´intrecciano ed è tutto da rifare...
 poi dicon che c´è sempre un`alba da aspettare...

Nel buio di un cortile c´è gente che rincasa
chiude la porta a quel ch`è stato 
poi domani non si sa...
Improvvise situazioni 
inconfutabili emozioni
cullano la mente
riempiono le notti che altrimenti
farebbero chiudere gli occhi 
poi all´improvviso
si riaprono revisioni che 
sono un continuo ritornare e ricordare.

Quelli che hanno ucciso questo tempo 
non sanno più come difendersi
ed io qui  
rimango a guardare...
 poi tiro fuori qualche foto 
qualche scritto
ci voglio trovare una ragione di vita
una ragione d´amore o 
anche semplicemente 
una testimonianza
del mio esistere... 
ma poi strappo pagine che 
non m´illudono più.
È solo una notte da passare
poi domani è tutto da rifare...