Il cortile di giò

RECENSIONI LIBRI


Fabio Volo
È una vita che ti aspetto.




Negli anni 80 guardavo un telefilm americano: Happy Days e c´era il personaggio principale Fonzie che ad ogni schiocco di dita attirava a se belle ragazze che se lo contendevano...
In questo libro ci sono troppe donne che sono andate a letto con il protagonista in modo automatico, così ad ogni schiocco di dita senza nemmeno dover "faticare" un pochino nel gioco della conquista e sopratutto senza nemmeno avere una faccia da Hollywood, un pisello come Rocco Siffredi e un fisico da Oscar... Il Volo avrebbe dovuto volare piú basso e non rievocare sempre il motto al maschile che usavano le ragazzette negli anni 80: "gli uomini sono come i fazzoletti prima li usi e poi li getti". Nel suo racconto ha usato e gettato molte donne a mo` di fazzoletto. Francesco (il protagonista) ha fumato troppe canne e si è lamentato troppo del superfluo: di un lavoro che aveva e che magari essendo più realistici molti già negli anni 80 non avevano - almeno al sud, di un padre e una madre amorevoli, delle donne che sono ciniche e scopatrici più degli uomini; che lasciano e sono lasciate senza strascichi mentali, in modo "asettico" senza mai soffrire. Gli incontri? un accoppiamento "canino", sesso meccanico, eiaculazione precoce... Come in un bordello anni 50 ci mancava solo che lasciasse la parcella sul comodino. E in tutto questo marasma mi chiedo che cavolo c´entra la ricerca della felicità, dove sono i problemi e soprattutto quali sono i suoi problemi, boh...Non credo che sia un libro da bissare nella lettura.






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Diego De Silva è nato a Napoli nel 1964 (scrittore, sceneggiatore).
Attualmente vive a Salerno.








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Le prime luci del mattino


Ai miei tempi quando andavo a scuola mi dicevano che la carta era un bene prezioso e che non bisognava sprecarla. Moltissimi alberi vengono abbattuti a scopo cartaceo. Ora mi auguro che stampando il libro di Fabio volo "Le prime luci del mattino" almeno abbiano usato carta riciclata! Se così non fosse allora griderei allo spreco di cellulosa. Niente di personale perché so scindere l´uomo dallo scrittore ma quello che ho appena letto davvero non saprei definire. Azzardo? una sorta di diario non tanto nascosto di una erotomane che s´incontra con un pervertito? Volo ha scritto una roba che non si può chiamare certo romanzo perché per me il romanzo è altra cosa. Semplicemente è uno scritto su una donna non ben definita (l´autore non descrive mai bene i personaggi e il loro aspetto fisico) che, volendo scappare dalla routine e da un uomo flaccido (Paolo il marito reso cornuto) che si "acciabatta", beve birra e mangia pistacchi, finisce per accettare una serie innumerevole d´incontri sessuali a casa di un misterioso mezzo gigolò e mezzo copy conosciuto nel suo ambiente di lavoro. Il leitmotiv dei libri del Signor Fabio è sempre il sesso intervallato da canne: sesso-canne; canne-sesso. Nei suoi scritti non riesco a scorgere altro oltre a questo  binomio ossessivo e in quest´ultimo poi il racconto a mo` di diario diventa sfacciatamente erotico con descrizioni morbose e dettagliate di amplessi e perfino di mènage a trois. Inutile dire che pur non essendo moralista non mi è piaciuto. Inutile soffermarsi più di tanto sulla protagonista Elena il cui profilo psicologico non è affatto tracciato. Qui non c´è la rinascita di una donna quarantenne ma soltanto un "risveglio" sessuale di una femmina annoiata che sfocia in erotismo spinto e nulla più. Lo scritto non si riscatta nemmeno quando la protagonista chiede al suo amante qualcosa di più del puro piacere fisico perché poi pur di non perderlo si sottomette al punto di accettare perfino di essere considerata "donna oggetto" ma ormai per il copywriter  Elena che ha voluto giocare a carte scoperte dicendogli di essere innamorata e gelosa non è più interessante. Allora non resta che andarsene e fare del proprio meglio per dimenticare  e per dimenticarlo. Il finale non riserva sorprese, il racconto si adagia in una comoda conclusione che lascia insoddisfatto me lettore. Le premesse da copertina erano tutt´altre. Un libro in cui non è presente un ritratto definito e intenso dell´universo femminile e che ha deluso le mie aspettative.