Il cortile di giò

mercoledì 8 settembre 2010

Una sconosciuta di nome Mary

Quanto conta l´immagine? Il modo di presentarsi agli altri, il volto, l´aspetto fisico.
Me lo chiedevo vent`anni fa (adesso non più) ma non volevo rassegnarmi al pensiero che contasse tantissimo.
Ho cercato di capirci un po’ di più attraverso uno scambio epistolare con una ragazza di un piccolo centro del salernitano di nome Mary. Non ci eravamo mai visti prima eppure riuscivamo lo stesso a comunicare.
Sono passati vent´anni da allora ma oggi mi piace l´idea di riportare due delle tante lettere che ci siamo scambiate.

7 Novembre 1991

Quando si dice il caso…
Proprio oggi dicevo: quel ragazzo non mi scrive più! Ed ecco arrivare il postino. Ho capito che mi sbagliavo.
Grazie lo dico a te, ma non deve suonare come un sfottò: la mia è una scoperta: ricevere le tue lettere comincia a farmi piacere. Non vorrei però che ciò venisse frainteso da parte tua e che ti portasse a pensare chissà che cosa, se ti dico cose un po`cosí… ma per mia natura sono portata a dire ogni cosa che realmente sento dentro di me. Ho deciso di scriverti subito, anche se sono stanca e dovrei andare a letto. Cerca, quindi, di perdonarmi se capiterà qualche errore “di prassi o di forma”.

Sono rimasta sorpresa, devo dire la verità, del tuo modo di pensare, infatti fino ad oggi non avevo incontrato nessun tipo di persona, sia esso maschio o femmina che la pensasse così. Sarà forse l´ambiente in cui vivo che non mi offre queste possibilitá. Infatti su molti punti la penso come te. Lo dicevo pure l´altra volta: oggi viviamo in un´epoca in cui la donna viene vista solo esteticamente essa è un oggetto da guardare e usare. Io sono diversa, non mi ritengo un oggetto e nemmeno voglio che gli altri mi ritengano tale. Sono una ragazza che crede nelle sue cose e le porta avanti come chiunque crede nel giusto! Non posso e non voglio cambiare idea.
L´ambiente in cui vivo non mi offre molte possibilità, purtroppo, di portare avanti i miei principi. Qui da noi si frequenta gente che non è portatta a pensare certe cose. Per la maggior parte di loro la donna è vista solo come attrazione fisica, non importa se è intelligente o è una gallina, basta che sia come tu dicevi “bona” e che sappia soddisfare i loro desideri.
Purtroppo io non la penso così e quando dico loro che la penso diversamente ecco che lui se ne va e cosí facendo dimostra che quello che dicevo è vero. Sono contenta quando succede ció, anche se sto male per un po´ ma almeno so che ho portato avanti quello che penso; non posso cambiare il mio modo di pensare solo per dire che sto con un bel ragazzo. Io sono così, non posso cambiare per far piacere a qualcuno che non rispetta le mie opinioni. Delle volte mi dico che è inutile portarle avanti, si rischia soltanto di rimanere da soli.
Ti ho fatto tutto questo discorso per riallacciarmi a quello che dicevi tu. Come vedi la penso quasi come te.
Mi parlavi anche dei miei sogni, di quelli non te ne posso parlare, sono particolari! Non basta un semplice foglio di carta per farlo. Beh ora ti devo salutare chiudo qui la mia lettera.
Un grosso ciao da mary.
N.B. pur non avendo un lavoro stabile i francobolli posso comprarli.



14 Novembre 1991


Carissima Mary,
Piove ed è il mio compleanno. Ho voglia di regalarmi qualcosa, forse un impermeabile per ripararmi dalla pioggia e con essa dall´angoscia di quest´oggi peggiore di ieri.

Non ho candeline da spegnere; non ho sogni da sognare ma al diavolo tutto e tutti se, per gli altri, sono cambiato. Non andrò più alle loro stupide feste? niente più telefonate? sarò l´ex di tutti? Chi se ne frega! metto su un disco e tutto passerà. Certa gente parla come se no dovesse mai morire, ma forse è già morta dentro.
In mezzo a tanto grigiore l´unica nota lieta è la tua lettera, lo dico senza fraintendimenti di sorta: raramente confondo la gentilezza femminile con qualche altra cosa o pensiero.

Vivere in città è un po´ deprimente, avverti un senso di inutilità, nessuno è indispensabile si soffre di più la solitudine rispetto al paesino dove tutti si conoscono e nel bene e nel male con quella gente devi “convivere”. Certo in città c´è più spazio per il divertimento; ci sono diverse mentalità che a volte confrontano e si scontrano nei movimenti politici ma è sempre difficile dire se la vita di città sia migliore di quella di un piccolo centro.

Ho letto attentamente ciò che hai scritto e ti chiedo di non cambiare mai perché cosi non sei più un granché come dici di essere ma sei bellissima.

Ciò che tiene unita una coppia non è il sesso (che è pure importante) ma la voglia di costruire qualcosa insieme, di dividere e condividere tutto quello che si riesce a realizzare. Non si devono accettare compromessi sgradevoli per il timore di restare soli…

Noto che il muro di diffidenza eretto nei mie confronti, si sta, a poco a poco, sgretolando ma il timore del “fraintendimento” non deve essere così forte da fare in modo che il nostro dialogo rimanga sommerso. Non sono bravo a capire la psicologia femminile e nemmeno sono tanto sicuro di me stesso e degli altri ma non sono pericoloso.
È importante che tu mi scriva, il resto non conta. Non importa per quanto tempo sarai disposta a farlo.

1 commento:

Enzo ha detto...

Leggere questo articolo mi ha emozionato non poco. Il 1991, Novembre, è il punto di partenza di una grande avventura che fu la corrispondenza epistolare. La fine di una storia d'amore mi indirizzoò verso questa strada. Conobbi tante persone solo "calligraficamente". A volte arrivò l'incontro dal vivo, pieno di emozioni. Grazie per avermi fatto rivivere le emozioni senza tempo che solo quelle lettere sapevano trasmettere.