Il cortile di giò

venerdì 10 settembre 2010

L´inquietudine di Lina e la lunga retorica di un prete ai genitori

Quando Lina mi ha parlato della sua inquietudine non mi sono affatto sorpreso; conosco la persona e conoscevo il suo disagio ancor prima che lei me lo manifestasse: ho accolto con favore la sua decisione, credo che abbia fatto bene.
Lina mi ha riferito di non ritenere giusto il fatto che voi vi opponiate al suo fidanzamento con Luigi.
Se riflettiamo più attentamente e andiamo a ripercorrere le tappe fondamentali della sua pur giovane vita non potremo fare a meno di soffermarci su alcuni aspetti. All´età di tredici anni lascia la scuola e cioè lascia non soltanto la preparazione culturale che l´istituzione trasmette ma anche quel mondo formativo che soltanto quell´ambiente è in grado di offrire. In altre parole, se è pacifico affermare che l´istituzione scolastica è allo stesso tempo informazione e formazione, la ragazza abbandona, in una fase importante della sua crescita, il confronto con i suoi coetanei perdendo così una occasione importante di arricchimento.
Quindi non è tanto l´aspetto culturale bensì l´aspetto sociologico che va tenuto in considerazione.
Lina dopo aver lasciato la scuola dell´obbligo ha scelto un lavoro (estetista o commessa) a realizzazione delle sue aspirazioni, ha trovato la strada sbarrata non dalla mancanza di opportunità di collocazione, ma dalla volontà contraria ferma e decisa di voi genitori. Un episodio che si aggiunge alla mancata, ma tuttavia meno grave, formazione scolastica. Ma una ragazzina di 14 anni a cosa può pensare se non a vivere tutto quello che fa parte del mondo adolescenziale? Le prime cotte, i primi baci, le emozioni, le paure, le speranze, i sogni, lo sviluppo del proprio fisico, la scoperta della propria femminilità. Ebbene tutto questo non lo ha vissuto perché non ne ha avuta la possibilità..


A 15 anni si è trovata improvvisamente ad avere delle responsabilità enormi; il peso di un lavoro tutt´altro che facile come se spettasse a lei cosi fragile il peso di dover mantenere un´intera famiglia. I ragazzi della sua età vanno a divertirsi, si frequentano, mangiano un panino, ridono, scherzano, si prendono in giro, piangono perché no! E pensano al proprio futuro in modo incerto, a come saranno e a cosa faranno da grandi, se mai avranno dei figli, una famiglia, una persona da amare per sempre. Ma per lei niente di tutto questo perché è già grande, ha già una famiglia, dei figli da mantenere, una zia da accudire, non può pensare a divertirsi. C´è soltanto la dura, crudele e triste realtà fatta di sacrifici e preoccupazioni. Ma Lina non è sposata, non è una ragazza madre… allora quei figli di chi sono? Quella famiglia a chi appartiene? Macché figli, quelli sono fratelli, sorelle, e lei gli vuole molto bene. Pensa al loro futuro, gli fa da padre.
Un atteggiamento nobile, da ammirare ma che, tuttavia, non rientra fra i suoi compiti perché non ve ne è la necessità, l´impellenza, l´urgenza. Certo, chi aveva il dovere di provvedere alla propria famiglia lei don Mimì lo ha fatto ma non basta! Ci vuole aiuto perché il lavoro è pesante, occorrono braccia forti e gambe solide. Così quando si è offerta volontaria nel dargli una mano in campagna, quella stessa Lina che a detta di lei non doveva lavorare improvvisamente è diventata idonea al lavoro. Ma quale lavoro, quello di estetista? Commessa? No! Come per incanto con un fisico di adolescente e fragile non ancora del tutto sviluppato, è stata vista come un forte e robusto ometto. Braccia forti e muscolose, gambe solide, cosa chiedere di più. Questa volta non ha detto no! Questo lavoro non lo farai!

E lo svago, il divertirsi si risolve in una sana passeggiata la domenica, ma non da sola o con chi lei desidera bensì con una persona di cui voi genitori avete fiducia, meglio una sorella. Non può uscire e non esce se non accompagnata! Fuori il mondo è cattivo. Le persone? Sono un branco di lupi, una cozzaglia di animali pronti a fargli del male. Meglio non averci a che fare. E così passa il tempo, i mesi, gli anni. Poche occasioni per lei, pochi amori finiti ancor prima di iniziare.
Alcuni gli dicono che si comporta come una ragazza degli anni 20 oppure :” ma chi sei mia nonna” eppure lei non si sente una di altri tempi e chi glielo dice è cattivo: ha ragione papá! Se una persona mi ama mi accetta così -pensa, ma lei non è così come gli altri la vedono. Nella sua mente ci sono i sogni di una adolescente, i desideri di una madre, i pensieri dolci di una moglie fedele che ama per sempre lo stesso uomo. Ma anche la paura di non farcela, di non essere amata, desiderata, rispettata, ammirata. Qual è l´uomo che sogna? Non è un uomo bello, o meglio non necessariamente bello fuori, perché lei non si sente bella ma nemmeno da buttare. Anche un paralitico non è da buttare ma è disposto a tutto pur di camminare anche soltanto con la fantasia. Se la soluzione ci fosse non sarebbe un problema. Eppure la soluzione ce l´ha a portata di mano ma non l´afferra è li immobile in un torpore assurdo ma, soprattutto, ha paura di afferrare la sua vita e stringerla forte e non farla scappare via.
Chi è dunque questa ragazza! È serena, realizzata, felice? E ancora! si sente amata, accettata o ha paura di essere usata? Si sente attraente e capace di amare?
Quando Luigi ha conosciuto Lina ha notato subito una ragazza profondamente delusa, spaventata amareggiata, chiusa a guscio d´uovo e senza chiedersi se avesse torto o ragione gli ha sfiorato il cuore e si è accorto che batteva ancora: era viva!
Avrebbe potuto trattarla con sufficienza, avviare un lungo dialogo che sarebbe durato mesi, prenderla in giro ma ha provato subito un grandissimo senso di tenerezza e il desiderio e la voglia di non essere uno dei tanti perché lei non era una delle tante… Non voleva e non vuole essere per lei una nuova, ulteriore delusione. Ma di cosa aveva bisogno quando l´ha conosciuta? Di comprensione, compassione, tolleranza indulgenza, misericordia? Niente di tutto questo! Aveva bisogno di un fortissimo abbraccio fatto tutt´altro che di comprensione o compassione. Un abbraccio in cui ogni parola è superflua.
Presunzione? Forse, ma se vedi una persona cadere a terra cosa fai? La riempi di chiacchiere dicendogli quando sia stata sfortunata nel cadere o l´aiuti a rialzarsi ed a camminare?
Troppo facile penserete, troppo ovvio e scontato il suo atteggiamento da super eroe che arriva e salva la moribonda…. E invece no! I super eroi si trovano nei fumetti mentre lui è reale e felice di appartenere al genere umano con tutti i suoi difetti poiché la perfezione non è dell´uomo ma del Signore Dio nostro.
La vita è un valore assoluto, ha i suoi ritmi, le sue tappe fondamentali, le sue regole e vale la pena di essere vissuta in modo pieno con tutti i suoi rischi. Cadere e rialzarsi, gioire e addolorarsi ma mai tirarsi indietro. E allora perché non rispettare una ragazza che non è pronta, che non ha vissuto a pieno il suo tempo. Lina soltanto ora sta vivendo la sua adolescenza quella stessa che gli è stata negata anni addietro e Luigi è felice di essere per lei quel “quindicenne” che non ha mai avuto. Tacere su tutto questo sarebbe pura ipocrisia si correrebbe il rischio di diventare complice di chi ha sbagliato nei suoi confronti. Perciò don mimì vi chiedo di approvare come io approvo il volersi bene di questi due giovani con l´augurio che il loro bene sfoci presto in matrimonio.

(i personaggi e i fatti sono di pura fantasia)

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