Il cortile di giò

giovedì 15 luglio 2010

La poesia nel terzo millennio.


Marinella Andrizzi è una di quelle ragazze di talento alla quale vorresti che tuo figlio fosse simile se non del tutto almeno in parte. Mi sono imbattuto nei suoi scritti per caso digitando una frase su google: “autunno foglie morte sotto i piedi”… è venuto fuori il suo nome associato a qualcosa di simile che aveva scritto in un non lontano passato e che è rimasta imprigionata nei file del cyberspazio.
Andando a ritroso nel tempo e riprendendo il pensiero di lei ancora giovane ma già promettente autrice e recensitrice di libri mi è venuta l´idea di “dargli la parola” anche in queste mie pagine e le ho chiesto il permesso (accordato) di poter pubblicare quanto segue:


E’ ancora possibile la poesia nella società delle comunicazioni di massa?

Baudelaire ci descrive il viaggio di una lacrima della luna fin sulla terra. Un poeta la raccoglie nel cavo della mano e, per sottrarla al sole, la nasconde nel suo cuore.
Certo, considerando con quale velocità, nell’attuale società, ci giungono le notizie, e tra guerre e crolli d’imperi finanziari, che valenza potrebbe mai avere quella piccola e pallida lacrima immaginata dal sognante poeta?
Banali stupidità illusorie che non sottraggono alla rovina e alle catastrofi, persone, cose, famiglie ed intere popolazioni.
Uomini, donne e, purtroppo, bambini, ridotti alla fame o uccisi da imprecisati ed assurdi bombardamenti ciechi e sordi, soprattutto alle dolci parole di un pazzo sognatore. Perché tale è un poeta.
Uscire di casa di corsa, recarsi al lavoro già stressati prima ancora di esserlo per motivi lavorativi.
Le cambiali che scadono, rate di mutuo sempre più inaccessibili per le misere tasche dei contribuenti ridotti ai minimi termini da una politica cieca e sorda.
Vie caotiche riempite non già dal profumo d’inesistenti fiori, ma da assordanti clacson sempre più irritati, sempre più furiosi.
Poi, delitti, rapine, violenze pubbliche e private. E la società dei consumi continua la sua corsa inarrestabile verso, verso … Nessuno sa esattamente dove ma, con tutta tranquillità mediatica, c’infarciscono di sorrisi e di oggetti inutili spacciati per indispensabili, così come vuole e pretende la comunicazione di massa.
Ma alla fine, cosa comunicheremo? Disgrazie, eccidi, stupri, e un lungo, interminabile “muro del pianto”, costituito dall’immensa folla dei precari esasperati da questa civiltà così altamente incivile?
No! Non c’è più posto per la poesia. I passi degli amanti di Prévért, sono stati definitivamente cancellati da insensibili onde. Così come il mare magno dell’indifferenza di questa nostra società, ha inghiottito ogni sogno, ogni poesia, sotto un sole ormai malato.
Ma sarà poi vero che la poesia, i sogni ….?
Giro gli occhi e vedo due giovani, stretti, abbracciati e che camminano mano nella mano, come se fossero le uniche due persone esistenti al mondo; sussurrandosi dolci parole all’orecchio.
Per loro, cose, persone, tutto si perde e sfuma in un unico colore rosa.
Ed ecco che improvvisamente, quasi facendosi largo a forza, quella pallida lacrima lunare, riacquista il suo naturale immenso splendore, che abbaglia più del sole gli occhi di chi sa ancora amare.
Sì! Finche ci sarà qualcuno capace d’amore, ci sarà ancora posto per la poesia, per la speranza!



Marinella Andrizzi

Ha vinto il primo premio per narrativa e il secondo per poesia al concorso Poeti per caso ediz. 2006, con il racconto: La bambola di pezza e la poesia: L’alba dell’anno dopo. Finalista al concorso “Alla luce delle Mainarde, ediz. 2005, con il racconto: Un grande viaggio. (Una finestra per amica).

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