Il cortile di giò

venerdì 9 luglio 2010

Lettera a una poetessa

Tu sai che sono un tipo schietto senza peli sulla lingua e do a Cesare quel che è di Cesare… Trovo ridicolo il poetare, poetare sempre. In te c`e una overdose di versi che ti fanno viaggiare ai bordi della follia, come se vivessi per essi e con essi fin dal mattino, finanche nel sonno della notte! Ti ha mai detto qualcuno che il troppo stroppia ? Che la vita è fatta anche di altre cose che nulla hanno a che vedere con la poesia? E poi non necessariamente nel comporre versi si deve usare un “linguaggio” anacronistico; se sei un´autrice contemporanea anche il linguaggio deve esserlo! Non devi imitare questo o quello ma cercare di esprimere qualcosa che sia universalmente bello e che abbia un valore (qualcosa che debba piacere alla maggior parte e che faccia riflettere la maggior parte) altrimenti i versi diventano “bigiotteria poetica ” un po’ come quei motivetti orecchiabili delle canzoncine da Hit Parade che si consumano al momento ma che poi non ti lasciano nulla dentro e fra qualche mese nemmeno te le ricordi! Ovviamente Il mio è un giudizio sul tuo operato e mai sulla persona .
Non è facile tirare fuori il capolavoro letterario e i libri che da sempre hanno l´aspirazione di contenerlo a volte non sono altro che pura operazione di marketing , dei “pacchi” che però vendono bene perchè è il volto a “tirare”. Non mi sorprendo quando scopro che in realtà alcuni libri non sono stati scritti dal nome e dal volto stampato sulla copertina ma da altri il cui nome non potrai mai sapere!

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