Il cortile di giò

domenica 12 dicembre 2010

Anni 70

I miei ricordi risalgono agli anni 70, sono nitidi a partire dal 1974 avevo poco più di 6 anni. Periodo agro-dolce... Salerno viveva un grande fulgore a livello industriale, le fabbriche erano già spuntate come funghi verso la fine degli anni sessanta.
Fonderie americane... ricordo la Ideal standard, la Pennitalia e tante altre. Ma con esse vi era anche il malumore, i cortei, le assemblee di fabbrica, il terrorismo, la diatriba destra-sinistra e la famosa lotta di classe. Certo essendo una città di provincia, non era al centro degli avvenimenti più importanti di quegli anni come potevano esserlo città più grandi ma comunque movimenti e sigle erano presenti sul territorio e si facevano vedere e sentire.
Io che, essendo piccolo, non seguivo la politica comunque ero affascinato dai giovani che vestivano con pantaloni stretti in vita e larghi alle caviglie, con le borsette di tela a tracolla, capelli lunghi e maglioncini aderenti.
Camminando fra i vicoli saraceni del mio piccolo paese, negli scantinati succedevano cose strane. Da fuori tendevo l´orecchio e sentivo giovani voci confabulare, parlare di cose che non riuscivo a comprendere bene e sui muri leggevo frasi e simboli il cui significato ancora una volta mi sfuggiva e volevo che qualcuno mi spiegasse cosa stesse succedendo. Volevo sapere perché ci fosse tanto fermento e fervore nelle parole di quei ragazzi. Nelle cantine si preparavano manifesti, striscioni, si tenevano riunioni ma si faceva anche musica...

Ma il mondo la fuori non era fatto soltanto da estremisti di destra o di sinistra, operai in sommossa contro il capitalismo. C´erano anche i borghesi, i figli di papà, gli impiegati e i giovani cattolici e c´ero io, un piccolo scricciolo che a otto anni già leggeva i giornali e seguiva il telegiornale delle 8 di sera... Devo dire che non ne potevo già più perché ogni giorno era un bollettino di guerra e dicevo sempre: ma quando finisce sto` Tg... Volevo vedere il carosello e andare a dormire. L´indomani c´era la scuola ed io dovevo essere il primo. Mi piaceva aiutare anche gli altri miei compagni di classe in difficoltà con i numeri, le divisioni...
Il sabato sera compilavo la mia schedina a due colonne del totocalcio poi un giro nel paese in mezzo ai grandi e una volta tornato a casa nascondevo il mio pronostico in un posto segreto. Dopo lo show del sabato sera in tv (con canzonissima prima, poi negli anni successivi Pippo Baudo, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini) andavo a letto e la domenica mattina dovevo fare il bagno e uscire fuori dalle scatole. Mi recavo a messa nell´oratorio salesiani, mi piaceva, mi faceva sentire bene e a posto con la coscienza. Poi c´era lo spazio e il tempo per giocare a "un m`bond a luna" (le ragazzine a campana-campana, oppure colore-colore), due tiri a pallone e tante figurine dei calciatori da scambiarsi e poi quelli veri in carne ed ossa da vedere giù all´Hotel Baia quando le squadre di serie A venivano a giocare con il Napoli... Dopo le partite di calcio controllavo le mie due sudate colonne del totocalcio e ovviamente niente vincita...

Non appena la primavera giungeva alle porte e indossavo le prime magliette a maniche corte già pensavo al mare e andavo a vedere nello sgabuzzino se ci fosse ancora il mio canotto e quando lo individuavo in mezzo a tante cianfrusaglie ero felice, ne annusavo l´odore intenso di plastica e di mare: l´estate era arrivata!!!
Che tristezza poi a metà Settembre quando le giornate iniziavano ad essere più corte... C´era da fare le conserve, quelle del pomodoro sopratutto. Arrivava l´autunno e con esso i primi temporali, andava via la corrente e non tornava se non il giorno dopo... Allora bisognava trovarsi un hobby e una candela. Io scelsi di costruire modellini di aerei da combattimento, era bello assemblarli con la luce fioca di un cero mentre fuori il mare diventava grosso e il vento fischiava forte portando con se la pioggia che con le sue gocce pesanti ticchettava sui vetri del povero balcone con gli infissi in legno e la vernice intaccata dalla salsedine...
Per me erano questi gli anni settanta e li ho vissuti da piccolo bambino che stava sempre in strada in mezzo ai giovanotti... Le ragazze allora frequentavano sempre quelli un po` più grandi di loro, ne erano affascinate. Qualche volta m´intrufolavo anche alle loro feste che si tenevano nei sottoscala o in casa...
Rubavo i braccialetti e anelli in rame e cuoio che mio fratello costruiva e li regalavo alle ragazze, che erano già piene di orpelli di ogni genere costruiti a mano. In cambio ovviamente volevo un bacio, un bacio innocente...

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