Il cortile di giò

mercoledì 9 giugno 2010

Parole e frasi

Ci sono molte funzioni illegali fra cui le situazioni ieratiche della provincia, ma non ci dobbiamo arrendere all´evidenza di una dittatura che non sopraggiunge nuova.
L´alveolo della fatica si ritrova in ognuno di noi e ci attanaglia fino a farci cadere.
Non ci è dato di capire fino in fondo le nostre memorie perché c´è un limite invalicabile nel nostro pensiero che ci rende incapaci di ricordare oltre il lecito. Ma le memorie hanno pure dei sogni che le accompagnano e dei sogni qui devo parlare. Forse tutto questo è un po’ infantile ma soltanto i bambini hanno voglia di scoprire il mondo dall´altro lato, un lato che per gli adulti è poco interessante.
Per parlare dei sogni bisogna produrre parole restando in silenzio.


Nei labirinti oscuri della memoria si annida la storia di un uomo che vive e sopravvive a se stesso. Punta tutto senza rischiare, gioca senza ritirarsi. È un uomo in divisa! In una stanza buia, si affanna un bevitore fra bestemmie e sputi. Passa il tempo e il tempo sorpassa lui e le cose che lo circondano. In un via-vai di idee si perde il bevitore e lascia ogni speranza.
Da un vicolo rivivono fantasmi e vecchi echi… Piccole regine, fanti che girano nella penombra e cercano di respirare. Si proiettano in una realtà completamente opposta come se si rivoltasse una giacca ormai consunta e ci si accorgesse di possederne una nuova, pur essendo, questa, sempre la stessa per poi morire senza rimpiangere la vita e la libertà di essere stati a lungo caporali di un esercito sempre vincente nelle infinite battaglie.
Mg. Non ha chiamato, forse è meglio così. Proverò a ricostruire un piccolo battito e a distinguerlo fra rumori più grandi. C´è una sorta di malumore che mi accompagna in questo lungo viaggio fatto di rimorsi per ciò che è stato. Ma non bisogna essere così ermetici per descrivere una verità che mi appartiene o che pensavo mi appartenesse. Il mondo si stinge e la realtà è un vocabolo difficile da definire. La cabala mi segue ed ogni cosa è un numero, una formula del tipo: pn = n(n-1)(n-2)(n-3), basta attenderne le combinazioni. Chissà quante ce ne sono nelle parole! E intanto fuori non c´è più colore, il giorno pian piano annerisce e con esso ogni contorno come se una matita nera stesse passando su un disegno multicolore.
Quanti rumori ci sono nelle parole e quanta retorica nei suoni del vociare! Siamo poeti di noi stessi e delle nostre memorie. Ci commemoriamo ancor prima dell´abbandono!
Persi ed abbandonai la porta del destino. Mi rinchiusi in una stanza e meditai parole e frasi in un limpido cielo. Capii che la vita non desidera l´uomo. Capii molte cose in una stanza. E poi nulla, il vuoto dell´esistere e di nuovo quel cielo e la stanza. Follie di giorni andati e nuvole nel cielo e pioggia sui vetri. Toccarsi fino a farsi male in un circolo di idee e di passioni; il tutto senza rimorsi. Possono gli altri uccidere il mio cuore e farla finita?

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