Il cortile di giò

mercoledì 29 settembre 2010

Un po` di me?



Quando apro la mia bacheca su facebook e mi accorgo di non avere una claque ci soffro ma prima o poi me ne farò una ragione. Per me stare su facebook non è stare nel mondo. Ci sto per farmi trovare dal mediocre moderno. Se, invece, volessi essere elitario, dovrei iscrivermi al social network dei belli: beautiful people! previa però efficace dieta dimagrante. Dopo i bagordi del 31 dicembre hanno pensato bene di buttare fuori alcune persone perché sovrappeso.
C`è gente che invece si guarda bene dall´iscriversi ai social network ritenendoli contenitori per frustrati e qunat´altro… un po` lo penso anch´io ma non sono del parere che facebook e compagnia bella siano l´appiattimento di massa che alcuni vogliono far credere. Per me rappresentano il palcoscenico della vita, fatto di attori che recitano bene o male e di comparse o di spalle che gli reggono il gioco.
Tornando nel solco delle cose forse l´ansia di scrivere un nuovo post su questo blog ha preso il sopravvento. Lo so dovrei riflettere di più, non essere precipitoso e tenermi lontano dalle faccende italiane anche perché non essendo addentro rischio di essere superficiale e dare giudizi non corrispondenti al vero. Ma sopra ogni cosa il mio timore è quello di scrivere il mio piccolo-grande monologo e, a mo` di narciso, compiacermi fregandomi di chi legge. Sarebbe un peccato se questo accadesse perché il mio blog non avrebbe un futuro.
E allora ho deciso di parlare un po’ di me stesso:

Il periodo estivo è terminato e quelli che non hanno perso l`abitudine di guardarsi dentro cercano o meglio abbozzano un primo bilancio.
L´estate non é soltanto la stagione in cui la nostra pelle s´imbrunisce sotto i raggi del sole caldi e biondi ma é anche una fase in cui i nostri freni inibitori si allentano e ci portano a cercare quello che magari durante l´anno abbiamo solo sfiorato con la mente.
Nei miei diari adolescenziali, immancabilmente ogni fine stagione facevo l´elenco delle cose positive e quelle negative; contabilizzavo la mia esistenza così come fanno i ragionieri, con i segni + e - davanti agli avvenimenti di me ragazzino preso, quasi certamente più dai tormenti interiori delle prime cotte che dalla gioia di esse.
Già! perché per me l`innamoramento era sinonimo di patimento, sofferenza per aver amato o, almeno, creduto di amare.
Quest´anno sono stato a fine Luglio per un breve periodo in Italia nel piccolo paese della costiera amalfitana in cui ho vissuto fino ai trent´anni per poi decidere di dare le dimissioni da meridionale e, lasciandomi trasportare da un vento incosciente, di andare a vivere all´estero.
Quando vado nel bel paese i primi giorni mi sento smarrito, vorrei subito scappare via, ritornare da dove sono venuto… e mi viene in mente il mio passato da giovanotto idiota che rideva sempre prendendo in giro questo o quello; lo struscio sul lungomare con una birra in mano; le discoteche all´aperto e mi vedo li, calato nella realtà dei miei vent´anni! Mi vedo ballare e poi ballare con il gel tra i capelli e un cocktail da consumare. Per fortuna è solo un flash, un lampo di ricordi subito rimossi.
Mi ci vorrebbe un mese per abituarmi al ritmo menefreghista dello stivale.
Ma un mese fuori dalla Germania raramente lo trascorro. Al ritorno sistemo le mie cose con un po` di nostalgia per quei paesaggi che ho lasciato, il mio balcone con vista sul mar tirreno che tanti mal di testa mi ha procurato d´inverno quando il vento soffia forte e la salsedine la senti sulla pelle. Ripongo la valigia in cantina e penso che il prossimo anno vorrei andare finalmente nella mia isola : Ιθάκη.

domenica 26 settembre 2010

Lettera ad una bloggerista











Ciao,
in un giorno come tanti pieno di niente, nel niente ho digitato una frase che avevo scritto tempo fa: "autunno: foglie morte sotto i piedi". Come primo risultato è spuntato fuori il tuo blog; l´ho letto, mi è piaciuto e ho avvertito subito il bisogno di scriverti per farti sapere che seppure giovane di età hai mostrato di essere già matura di esperienze interiori. Nelle tue pagine ho avvertito un dolore intimo per nulla intaccato dai diverbi adolescenziali che pure erano presenti in te. Ti ho cercata nella rete , ho scritto il tuo nickname e ho iniziato a percorrere a ritroso il tuo tempo che hai lasciato fermo nei file(s) ed è stato bello conoscerti, apprezzarti e leggerti nelle mille tue sfaccettature. Mi sei piaciuta perfino nella tua ultima versione -lasciami passare il termine- da moralizzatrice! Sbocco obbligato per chi come te non ama le storture e la barbarie del mondo. Non mi piace essere prolisso: in certe occasioni è meglio la brevità, l´asciuttezza... In questo momento sono il Signor nessuno che dopo aver elogiato le tue doti non ha nulla da offrirti. Credimi! Quanto avrei voluto essere un editore! Ti avrei chiesto con tutto me stesso di pubblicare quello che sarebbe stato il più bel libro di tutti i tempi: il tuo (chissà forse é successo davvero ma questo non mi è dato sapere)! E allora qual è il motivo di questa mia mail? Mi piacerebbe che continuassi a scrivere sul tuo blog (non lo aggiorni da tempo) in modo da poter diventare tuo assiduo lettore, un lettore felice e, in ultimo, poter ogni tanto scambiare con te qualche mail su ciò che è o che è stato, in un tempo che alla mia generazione ha dato soltanto l'idea della vita, non la vita.

Un saluto e perdonami, se puoi.



Giovanbattista

mercoledì 22 settembre 2010

Sequel di: intervista a me stesso lieve misantropo

… E la sua generazione??

La mia generazione e più quella prima hanno vissuto alle spalle del muro di Berlino. Viziati e pagati dagli americani! Forse è per questo che i sessanténni, cinquantenni e quaranténni di oggi sono più inclini al guadagno facile, all’ ´imbroglio, al sotterfugio, alla bustarella.
Certo c´erano gli operai che un culo (lasciami passare il termine scurrile) se lo sono sempre fatto ma poi c´erano anche i borghesi, gli impiegati degli anni settanta, tanto parchi quanto pigri e una certa lotta di classe di cui varrebbe la pena di approfondirne se non la ragione il significato intrinseco.
La scuola ci ha informato ma non ci ha formato affatto! Gli insegnanti, poverini, adesso hanno più a che fare con il mutuo da pagare che con la cultura! Ma non li stigmatizzo in una società obsoleta e senza valori sono il male minore, non giocano più un ruolo da anni e per questo gli concedo volentieri le attenuanti generiche!
La mia Italia da giovane era certamente diversa da quella attuale ma in entrambi i casi ai ragazzi volenterosi di allora come a quelli di oggi non è stata data la opportunità di sperimentare e innovare. Essi sono stai stati inglobati, fagocitati; parcheggiati in perenne attesa e resi mediocri! E il vecchiume che puoi respirare in ogni dove ne è testimonianza viva!

La politica un tempo fucina di idee si è ridotta a mero potere. Che tristezza assistere alle infinite lotte di poltrone! Mi ricordo il pentapartito della prima Repubblica, un sistema quasi perfetto per spartirsi i posti che contano. C`era una crisi di governo a settimana ma il tutto avveniva con molta più “eleganza” di adesso e con l´avallo degli stati Uniti che ci hanno sempre ricordato che avevamo perso una guerra e non potevamo mai più vincerne un´altra.

Cosa pensano all´estero degli italiani e di questo continuo rubare?

Certo in Italia mica sono tutti ladri, quelli sono la minoranza ma l´idea che ogni italiano possa, in futuro, diventarlo mi inquieta. Molti all´estero pensano che gli italiani siano dei potenziali imbroglioni. Non è detto che lo siano veramente ma c´è la opinione diffusa che un giorno anche l´onesto possa diventarlo perché stufo di subire. Non so se ho reso l´idea. Come dire se a te non piace la pasta e fagioli ma attorno non c´è null´altro prima o poi, preso dai morsi della fame, finirai per mangiartela!
È un discorso di opportunità! e si sa che l´occasione fa l´uomo ladro.
Forse un giorno introdurranno il concetto di modica quantità pure per il denaro rubato. Fino a 500 mila euro non si rischia nulla se non un ammonimento a essere più onesto in futuro. Oltre scatta un ammenda non di tipo pecuniario però, che può essere un fine settimana da trascorrere in casa per esempio.

Il suo concetto di vita?

La mia idea della vita è un work in progress, un cantiere aperto. Un viaggio dall´esito tutt´altro che scontato ma comunque affascinante. L`importante e che io non perda mai la curiosità e la voglia di capire cosa mi circonda mantenendo quello spirito critico che mi fa sentire vivo e a galla anche in quei periodi in cui le alte onde del mare della vita mi sovrastano e mi travolgono impetuose.


Berlusconi? Si finisce sempre per parlare di lui..


Io l´ho sempre detto che Berlusconi è il guaio minore... C´è gente che davvero crede che il responsabile di tutti i mali del sistema sia il cavaliere e questo non per difenderlo ma per dire che spesso gli italiani peccano di provincialismo. L´Italia va male? ma non é che il resto dell´Europa e del mondo se la passi bene. In Germania si è fatta la più grande manovra economica della storia tedesca, un atto senza precedenti che pesa sul portafoglio della gente. In America Obama perde consensi perché non da agli americani quella prosperità nelle tasche, sia pure virtuale, che godevano con Bush nonostante sia il presidente che ha dato il diritto all´assistenza sanitaria anche ai poveri... L´Inghilterra poi sull´orlo del fallimento!
C`è in giro una leggenda che narra di due o tre faccendieri misteriosi che governano il mondo in barba all´ONU. Sembrerebbe il modello mafia esportato in grande scala. Beh, questa leggenda mi affascina.

Per concludere, l´Italia si appresta alla costruzione di centrali nucleari…

Inevitabile se si vuole che questo paese sopravviva a se stesso! Non che sia d´accordo che il mondo si debba fornire di energia proveniente dal nucleare ma non vedo una soluzione a breve che possa bypassare l´idea che in Italia si possa fare a meno di questo tipo di energia. Metteremo anche noi le scorie sotto terra è con buona pace di tutti questa sarà una parte (non l´unica) dell`eredità che lasceremo alle generazioni future.

martedì 21 settembre 2010

Sto pensando che:

Sarebbe bello svegliarsi bambimi e crescere col trascorrere delle ore per poi ritrovarsi grandi la sera giusto il tempo per andare a dormire... I grandi, quando si sentono tali per tutto il giorno e per tutti i giorni a venire, sono capaci di immensi disastri. Meglio essere come i pulcini che escono per la prima volta dal guscio. Meglio il loro pio-pio che i tanti suoni del vociare.

mercoledì 15 settembre 2010

Precisando ringrazio





Nel centro di Londra c`è un polmone verde l´Hyde Park, bellissimo d´autunno con le foglie morte sotto i piedi…Nella parte nord si trova il cosiddetto angolo degli oratori dove chiunque (davvero chiunque) può inscenare la propria filippica. Credo sia un bell´esempio di democrazia della parola.

Quando ho deciso di aprire il mio “angolo dello scrittore o scribacchino“ , imitando i frequentatori dello speakers` Corner, nel nome della democrazia della parola scritta, ho pensato più volte se fosse il caso o meno di farlo, ed a come riempire questo spazio. Dopo travagliate notti insonni, sono giunto alla conclusione che non avrei mai e poi mai parlato dei problemi miei personali che fanno parte del quotidiano vivere. Non volevo che il blog fosse insieme alibi e sfogo per le mie frustrazioni e non avendo nulla da dire certamente quel nulla doveva assomigliare il meno possibile a quel tanto nulla che leggo qua e la in rete e in blog apparentemente logici, ma che poi, alla fine, tanto logici non sono, anzi sono spesso diari che accolgono persone con forti disagi mentali, esaurimenti fisici e nervosi di varia natura; psicopatici, soggetti borderline o con disturbi bipolari, paranoici a vari livelli…
Con queste premesse allora non poteva che nascere lo zibaldone, una sorta di contenitore di scritti inventati ad arte e rivolti ad uno strettissimo pubblico che dopo pochi minuti avrebbero deciso di non digitare mai più il mio indirizzo sulla tastiera! Con il dovuto rispetto e senza paragoni credo che anche il Leopardi non avesse poi tantissimi lettori.
A pochi mesi dalla sua nascita non so se lo zibaldone di Giovanbattista abbia raggiunto il suo scopo. Forse è troppo presto per dirlo, ma posso affermare che la direzione è quella giusta. Continuerò a scrivere con lo stesso spirito con cui ho iniziato e soprattutto senza prendermi troppo sul serio. Non voglio che questo spazio auto-gestito sia la panacea dei miei malesseri che non trovano un´adeguata cura e soluzione altrove, voglio che la mia scrittura creativa e non rimanga per un po´ di tempo a disposizione di tutti nei files del cyberspazio. Voglio affrontare ogni argomento, anche politico, facendo mio il concetto del coraggio delle idee, quelle proprie e non quelle degli altri, riservandomi altresì quel diritto al ripensamento che ho citato nel mio profilo, indispensabile (penso) a chi come me, non crede di avere la verità in tasca o, meglio, di aver scritto un brano della bibbia o una sorta di vangelo secondo Matteo ma pensieri opinabili e confusi (perché no), soggetti a commenti che non debbono essere a loro volta commentati dal sottoscritto perché così facendo si creerebbe un botta e risposta stucchevole e di difficile comprensione: i commenti non vanno mai commentati!

Come diceva Flaiano: “un buon scrittore non precisa mai”, così come un poeta non spiega mai le sue poesie - aggiungo- ma, in questo caso, non sono né nell´uno né l´latro bensì un blogger, un semplice blogger, che precisando ringrazia chi, sia pure per caso magari attraverso giri immensi, è giunto fra le mie pagine a leggere quel nulla di cui non vado orgoglioso ma che, in questo momento fa parte di me. E non importa se non tornerà più,nemmeno per caso o per un milione di dollari, sul mio blog.

martedì 14 settembre 2010

Sto pensando che...



Nell´immaginario di una donna i puntini non sono sospensivi ma decorativi. Sono ornamentali.

venerdì 10 settembre 2010

L´inquietudine di Lina e la lunga retorica di un prete ai genitori

Quando Lina mi ha parlato della sua inquietudine non mi sono affatto sorpreso; conosco la persona e conoscevo il suo disagio ancor prima che lei me lo manifestasse: ho accolto con favore la sua decisione, credo che abbia fatto bene.
Lina mi ha riferito di non ritenere giusto il fatto che voi vi opponiate al suo fidanzamento con Luigi.
Se riflettiamo più attentamente e andiamo a ripercorrere le tappe fondamentali della sua pur giovane vita non potremo fare a meno di soffermarci su alcuni aspetti. All´età di tredici anni lascia la scuola e cioè lascia non soltanto la preparazione culturale che l´istituzione trasmette ma anche quel mondo formativo che soltanto quell´ambiente è in grado di offrire. In altre parole, se è pacifico affermare che l´istituzione scolastica è allo stesso tempo informazione e formazione, la ragazza abbandona, in una fase importante della sua crescita, il confronto con i suoi coetanei perdendo così una occasione importante di arricchimento.
Quindi non è tanto l´aspetto culturale bensì l´aspetto sociologico che va tenuto in considerazione.
Lina dopo aver lasciato la scuola dell´obbligo ha scelto un lavoro (estetista o commessa) a realizzazione delle sue aspirazioni, ha trovato la strada sbarrata non dalla mancanza di opportunità di collocazione, ma dalla volontà contraria ferma e decisa di voi genitori. Un episodio che si aggiunge alla mancata, ma tuttavia meno grave, formazione scolastica. Ma una ragazzina di 14 anni a cosa può pensare se non a vivere tutto quello che fa parte del mondo adolescenziale? Le prime cotte, i primi baci, le emozioni, le paure, le speranze, i sogni, lo sviluppo del proprio fisico, la scoperta della propria femminilità. Ebbene tutto questo non lo ha vissuto perché non ne ha avuta la possibilità..


A 15 anni si è trovata improvvisamente ad avere delle responsabilità enormi; il peso di un lavoro tutt´altro che facile come se spettasse a lei cosi fragile il peso di dover mantenere un´intera famiglia. I ragazzi della sua età vanno a divertirsi, si frequentano, mangiano un panino, ridono, scherzano, si prendono in giro, piangono perché no! E pensano al proprio futuro in modo incerto, a come saranno e a cosa faranno da grandi, se mai avranno dei figli, una famiglia, una persona da amare per sempre. Ma per lei niente di tutto questo perché è già grande, ha già una famiglia, dei figli da mantenere, una zia da accudire, non può pensare a divertirsi. C´è soltanto la dura, crudele e triste realtà fatta di sacrifici e preoccupazioni. Ma Lina non è sposata, non è una ragazza madre… allora quei figli di chi sono? Quella famiglia a chi appartiene? Macché figli, quelli sono fratelli, sorelle, e lei gli vuole molto bene. Pensa al loro futuro, gli fa da padre.
Un atteggiamento nobile, da ammirare ma che, tuttavia, non rientra fra i suoi compiti perché non ve ne è la necessità, l´impellenza, l´urgenza. Certo, chi aveva il dovere di provvedere alla propria famiglia lei don Mimì lo ha fatto ma non basta! Ci vuole aiuto perché il lavoro è pesante, occorrono braccia forti e gambe solide. Così quando si è offerta volontaria nel dargli una mano in campagna, quella stessa Lina che a detta di lei non doveva lavorare improvvisamente è diventata idonea al lavoro. Ma quale lavoro, quello di estetista? Commessa? No! Come per incanto con un fisico di adolescente e fragile non ancora del tutto sviluppato, è stata vista come un forte e robusto ometto. Braccia forti e muscolose, gambe solide, cosa chiedere di più. Questa volta non ha detto no! Questo lavoro non lo farai!

E lo svago, il divertirsi si risolve in una sana passeggiata la domenica, ma non da sola o con chi lei desidera bensì con una persona di cui voi genitori avete fiducia, meglio una sorella. Non può uscire e non esce se non accompagnata! Fuori il mondo è cattivo. Le persone? Sono un branco di lupi, una cozzaglia di animali pronti a fargli del male. Meglio non averci a che fare. E così passa il tempo, i mesi, gli anni. Poche occasioni per lei, pochi amori finiti ancor prima di iniziare.
Alcuni gli dicono che si comporta come una ragazza degli anni 20 oppure :” ma chi sei mia nonna” eppure lei non si sente una di altri tempi e chi glielo dice è cattivo: ha ragione papá! Se una persona mi ama mi accetta così -pensa, ma lei non è così come gli altri la vedono. Nella sua mente ci sono i sogni di una adolescente, i desideri di una madre, i pensieri dolci di una moglie fedele che ama per sempre lo stesso uomo. Ma anche la paura di non farcela, di non essere amata, desiderata, rispettata, ammirata. Qual è l´uomo che sogna? Non è un uomo bello, o meglio non necessariamente bello fuori, perché lei non si sente bella ma nemmeno da buttare. Anche un paralitico non è da buttare ma è disposto a tutto pur di camminare anche soltanto con la fantasia. Se la soluzione ci fosse non sarebbe un problema. Eppure la soluzione ce l´ha a portata di mano ma non l´afferra è li immobile in un torpore assurdo ma, soprattutto, ha paura di afferrare la sua vita e stringerla forte e non farla scappare via.
Chi è dunque questa ragazza! È serena, realizzata, felice? E ancora! si sente amata, accettata o ha paura di essere usata? Si sente attraente e capace di amare?
Quando Luigi ha conosciuto Lina ha notato subito una ragazza profondamente delusa, spaventata amareggiata, chiusa a guscio d´uovo e senza chiedersi se avesse torto o ragione gli ha sfiorato il cuore e si è accorto che batteva ancora: era viva!
Avrebbe potuto trattarla con sufficienza, avviare un lungo dialogo che sarebbe durato mesi, prenderla in giro ma ha provato subito un grandissimo senso di tenerezza e il desiderio e la voglia di non essere uno dei tanti perché lei non era una delle tante… Non voleva e non vuole essere per lei una nuova, ulteriore delusione. Ma di cosa aveva bisogno quando l´ha conosciuta? Di comprensione, compassione, tolleranza indulgenza, misericordia? Niente di tutto questo! Aveva bisogno di un fortissimo abbraccio fatto tutt´altro che di comprensione o compassione. Un abbraccio in cui ogni parola è superflua.
Presunzione? Forse, ma se vedi una persona cadere a terra cosa fai? La riempi di chiacchiere dicendogli quando sia stata sfortunata nel cadere o l´aiuti a rialzarsi ed a camminare?
Troppo facile penserete, troppo ovvio e scontato il suo atteggiamento da super eroe che arriva e salva la moribonda…. E invece no! I super eroi si trovano nei fumetti mentre lui è reale e felice di appartenere al genere umano con tutti i suoi difetti poiché la perfezione non è dell´uomo ma del Signore Dio nostro.
La vita è un valore assoluto, ha i suoi ritmi, le sue tappe fondamentali, le sue regole e vale la pena di essere vissuta in modo pieno con tutti i suoi rischi. Cadere e rialzarsi, gioire e addolorarsi ma mai tirarsi indietro. E allora perché non rispettare una ragazza che non è pronta, che non ha vissuto a pieno il suo tempo. Lina soltanto ora sta vivendo la sua adolescenza quella stessa che gli è stata negata anni addietro e Luigi è felice di essere per lei quel “quindicenne” che non ha mai avuto. Tacere su tutto questo sarebbe pura ipocrisia si correrebbe il rischio di diventare complice di chi ha sbagliato nei suoi confronti. Perciò don mimì vi chiedo di approvare come io approvo il volersi bene di questi due giovani con l´augurio che il loro bene sfoci presto in matrimonio.

(i personaggi e i fatti sono di pura fantasia)

mercoledì 8 settembre 2010

Una sconosciuta di nome Mary

Quanto conta l´immagine? Il modo di presentarsi agli altri, il volto, l´aspetto fisico.
Me lo chiedevo vent`anni fa (adesso non più) ma non volevo rassegnarmi al pensiero che contasse tantissimo.
Ho cercato di capirci un po’ di più attraverso uno scambio epistolare con una ragazza di un piccolo centro del salernitano di nome Mary. Non ci eravamo mai visti prima eppure riuscivamo lo stesso a comunicare.
Sono passati vent´anni da allora ma oggi mi piace l´idea di riportare due delle tante lettere che ci siamo scambiate.

7 Novembre 1991

Quando si dice il caso…
Proprio oggi dicevo: quel ragazzo non mi scrive più! Ed ecco arrivare il postino. Ho capito che mi sbagliavo.
Grazie lo dico a te, ma non deve suonare come un sfottò: la mia è una scoperta: ricevere le tue lettere comincia a farmi piacere. Non vorrei però che ciò venisse frainteso da parte tua e che ti portasse a pensare chissà che cosa, se ti dico cose un po`cosí… ma per mia natura sono portata a dire ogni cosa che realmente sento dentro di me. Ho deciso di scriverti subito, anche se sono stanca e dovrei andare a letto. Cerca, quindi, di perdonarmi se capiterà qualche errore “di prassi o di forma”.

Sono rimasta sorpresa, devo dire la verità, del tuo modo di pensare, infatti fino ad oggi non avevo incontrato nessun tipo di persona, sia esso maschio o femmina che la pensasse così. Sarà forse l´ambiente in cui vivo che non mi offre queste possibilitá. Infatti su molti punti la penso come te. Lo dicevo pure l´altra volta: oggi viviamo in un´epoca in cui la donna viene vista solo esteticamente essa è un oggetto da guardare e usare. Io sono diversa, non mi ritengo un oggetto e nemmeno voglio che gli altri mi ritengano tale. Sono una ragazza che crede nelle sue cose e le porta avanti come chiunque crede nel giusto! Non posso e non voglio cambiare idea.
L´ambiente in cui vivo non mi offre molte possibilità, purtroppo, di portare avanti i miei principi. Qui da noi si frequenta gente che non è portatta a pensare certe cose. Per la maggior parte di loro la donna è vista solo come attrazione fisica, non importa se è intelligente o è una gallina, basta che sia come tu dicevi “bona” e che sappia soddisfare i loro desideri.
Purtroppo io non la penso così e quando dico loro che la penso diversamente ecco che lui se ne va e cosí facendo dimostra che quello che dicevo è vero. Sono contenta quando succede ció, anche se sto male per un po´ ma almeno so che ho portato avanti quello che penso; non posso cambiare il mio modo di pensare solo per dire che sto con un bel ragazzo. Io sono così, non posso cambiare per far piacere a qualcuno che non rispetta le mie opinioni. Delle volte mi dico che è inutile portarle avanti, si rischia soltanto di rimanere da soli.
Ti ho fatto tutto questo discorso per riallacciarmi a quello che dicevi tu. Come vedi la penso quasi come te.
Mi parlavi anche dei miei sogni, di quelli non te ne posso parlare, sono particolari! Non basta un semplice foglio di carta per farlo. Beh ora ti devo salutare chiudo qui la mia lettera.
Un grosso ciao da mary.
N.B. pur non avendo un lavoro stabile i francobolli posso comprarli.



14 Novembre 1991


Carissima Mary,
Piove ed è il mio compleanno. Ho voglia di regalarmi qualcosa, forse un impermeabile per ripararmi dalla pioggia e con essa dall´angoscia di quest´oggi peggiore di ieri.

Non ho candeline da spegnere; non ho sogni da sognare ma al diavolo tutto e tutti se, per gli altri, sono cambiato. Non andrò più alle loro stupide feste? niente più telefonate? sarò l´ex di tutti? Chi se ne frega! metto su un disco e tutto passerà. Certa gente parla come se no dovesse mai morire, ma forse è già morta dentro.
In mezzo a tanto grigiore l´unica nota lieta è la tua lettera, lo dico senza fraintendimenti di sorta: raramente confondo la gentilezza femminile con qualche altra cosa o pensiero.

Vivere in città è un po´ deprimente, avverti un senso di inutilità, nessuno è indispensabile si soffre di più la solitudine rispetto al paesino dove tutti si conoscono e nel bene e nel male con quella gente devi “convivere”. Certo in città c´è più spazio per il divertimento; ci sono diverse mentalità che a volte confrontano e si scontrano nei movimenti politici ma è sempre difficile dire se la vita di città sia migliore di quella di un piccolo centro.

Ho letto attentamente ciò che hai scritto e ti chiedo di non cambiare mai perché cosi non sei più un granché come dici di essere ma sei bellissima.

Ciò che tiene unita una coppia non è il sesso (che è pure importante) ma la voglia di costruire qualcosa insieme, di dividere e condividere tutto quello che si riesce a realizzare. Non si devono accettare compromessi sgradevoli per il timore di restare soli…

Noto che il muro di diffidenza eretto nei mie confronti, si sta, a poco a poco, sgretolando ma il timore del “fraintendimento” non deve essere così forte da fare in modo che il nostro dialogo rimanga sommerso. Non sono bravo a capire la psicologia femminile e nemmeno sono tanto sicuro di me stesso e degli altri ma non sono pericoloso.
È importante che tu mi scriva, il resto non conta. Non importa per quanto tempo sarai disposta a farlo.

lunedì 6 settembre 2010

Moby dick

Moby Dick
Non l´avessi mai letto…
La grande balena bianca
non ti avrebbe riempito la bocca
insieme al gin di bettole fumose
dove donne dai rossetti amaranto scuro
ti ridevano davanti
e ti spiavano dietro.

mercoledì 1 settembre 2010

Comunicazione sensoriale

La comunicazione implica il coinvolgimento dei sensi quale lo sguardo, l´olfatto, sentire il timbro della voce... e quella scritta purtroppo non può avvalersene!
Se leggi un libro che descrive il mare puoi anche sentirne l´odore? Un libro o un articolo di giornale che parla di monnezza a Napoli ti fará immaginare il puzzo (sempre adattato alla tua soglia di sopportazione) ma non la nausea che viene dal puzzo... non andrai in bagno a vomitare leggendo la descrizione sia pure minuziosa di una autopsia fatta da un medico legale. Chi ha letto tanti libri certamente ne ha tratto vantaggio emancipandosi culturalmente e chi legge molto, prima o poi , un libro lo scrive! Forse i racconti sono frutto delle innumerevoli letture e sono a sua volta belli da leggere: lasciano buone sensazioni dentro l´anima, ma la comunicazione va oltre la scrittura e quindi anche oltre il libro. Quanti libri, editoriali o colonne di quotidiani sono state scritte, ad esempio, sull´aids o sulla droga e sull´importanza del preservativo come prevenzione; quanti opuscoli, manualetti sono stati distribuiti nelle scuole e il messaggio non è arrivato ai destinatari? Meglio una campagna affidata all´immagine e a uno slogan; meglio far vedere un drogato che muore di overdose che cento libri che parlano di droga riposti nel cassetto. Attenzione però, qui non si discute della scrittura come arte contenuta nei libri ma della scrittura come mezzo di comunicazione e della sua incidenza.
Se dovessimo fare una classifica dei mass media più efficaci il libro non è di certo ai primi posti: questa è la realtà.
Il telefono cellulare per gli sms, la chat -priva di webcam- e la e-mail per il personal computer si avvalgono delle emoticon (le faccine) e se la chat room è priva di webcam è monca perché non soddisfa la vista…).
La televisione stessa è manchevole, infatti si evolve ed entra nel 3d e in futuro i giapponesi immetteranno sul mercato tv e console capaci di diffondere gli odori! Si avete capito bene gli odori con la tecnologia dst (digital smell technology).
Ora tutto questo che vi piaccia o no fa parte della tecnica che si sviluppa. Se non vi piace allora dovremmo discutere su come governare la tecnica. Ma questo è un altro discorso.

La comunicazione regina é quella sensoriale magari fatta FACE TO FACE (faccia a faccia), quella che ti coinvolge totalmente, che non lascia scoperti i sensi di cui sopra, che ti fa sentire gli odori, i suoni, il gusto ed è quella che vince di gran lunga su ogni altra.
Faccio un esempio molto semplice. Copenhagen: ci sono due ristoranti a poche centinaia di metri di distanza. Entrambi si fanno pubblicità per attirare più clienti... Il primo ha ingaggiato due ragazzi sandwich con i cartelloni a tracolla che distribuiscono volantini ai passanti, l´altro invece diffonde gli odori della cucina nella zona antistante (esiste un metodo per farlo).
Bene! Statistica alla mano il ristorante che ha diffuso gli aromi di cucina ha avuto più clienti di quello che si è reclamizzato in forma scritta con i volantini, nonostante si dicesse che venissero praticati prezzi turistici. Alla fine ha vinto la "comunicazione sensoriale" (l´olfatto) sulla comunicazione scritta! I potenziali clienti hanno seguito gli odori. Si sono lasciati attrarre dagli odori più che dal foglio di carta anche se sul foglio di carta c´era scritto che i prezzi del pasto erano imbattibili!
Ora si potrebbero fare mille altri esempi più complessi e pertanto di difficile comprensione ma per rendere bene l´idea immaginate cosa può comunicare un cantante o un musicista attraverso il suono in ognuno di noi; pensate a una particolare musica o melodia nel reclamizzare un prodotto e potrei continuare per tutti gli altri sensi come il gusto; penso a ciò che può “dire” un buon bicchiere di vino o una determinata pietanza particolarmente gradita al palato. Penso al ruolo importante che gioca l´odore nella relazioni umane e in particolare i feromoni nell´innamoramento uomo donna, alla terapia uditiva, olfattiva etc. Al marketing in generale a cui la comunicazione sensoriale è applicata. Insomma dai sensi si apre un universo i cui risvolti assumono un significato scientifico che non si può certo sottovalutare. E dai sensi noi ricaviamo molte informazioni, essi ci fanno da guida, ci orientano nella giungla urbana; ci fanno scegliere e desiderare.