Il cortile di giò

venerdì 13 maggio 2011

La vita tra il senso e lo scopo.

Ho sempre ammirato chi ha memoria e non soltanto quelli che ricordano date, nomi e volti ma anche chi si ricorda fatti e avvenimenti che per i più vengono bollati come acqua passata. Noi stessi siamo la sintesi del nostro trascorso. Cose ovvie, perfino inutile ribadirle qui, ma se mi guardo intorno sembra che certi concetti “stra_scontati” lo siano solo in apparenza; in effetti la maggior parte di noi guarda al futuro e dimentica il passato. Se dovessi citare degli eventi che vengono da molti ricordati citerei la nascita e la crocifissione di cristo oppure lo sterminio degli ebrei nei lager nazisti. Avvenimenti che sono entrati a far par parte della memoria collettiva e che vengono difesi e salvaguardati da istituzioni come la chiesa cattolica romana e le varie istituzioni ebraiche.
Nel mondo circolano voci che negano l´esistenza dei lager nazisti e sempre più forte è il coro che vorrebbe la chiesa di Roma più aperta alla modernità. Certo tutto è possibile, tutto si può fare ma credo che se mai ci fosse bisogno di nuove e più moderne regole queste dovrebbero essere dettate da chi si trova più in alto del papa… La chiesa ed i suoi gerarchi non sono altro che una matita in mano del signore: il disegno è suo come disse madre Teresa di Calcutta. Quindi coloro i quali vorrebbero più modernità dovrebbero fare un appello non al papa ma a Dio ed auspicarsi una revisione delle tavole date a Mosè da parte dell´autore.

Quando in Giappone è avvenuta la catastrofe di cui siamo a conoscenza credenti e non si sono chiesti, come sempre accade in questi casi, come mai Dio permetta tutto ciò, una domanda che forse incute timore ed è fonte di incertezze perfino negli alti vertici della chiesa.
Ho provato senza presunzioni di sorta a ragionarci sopra e sembrerà strano ma anche il mio cervello, non particolarmente dotato, è riuscito ad elaborare una risposta. Certo la mia è una congettura influenzata dalla fede che mi fa credere fortemente al fatto che il nostro corpo non è altro che il guscio che contiene qualcosa di più prezioso che è l´anima.
In realtà a Dio non interessa il nostro scheletro ricoperto di muscoli e quindi la morte e la sofferenza dell´uomo non è un avvenimento rilevante ed interessante. Essa è assegnata al caso, al fato, al destino ultimo. Gesù stesso quando viene crocefisso subisce atroci sofferenze eppure Dio non fa nulla per risollevarlo in quei momenti.
Il Signore ha creato l´universo con le sue leggi che una volte assegnate diventano indipendenti e quindi non più soggette ad alcuna volontà ed ha scelto un posto, la terra, dove l´anima assume una dimensione umana nel corpo che è materia ed attraverso lo spirito si esprime e compie atti che vengono vagliati e giudicati al fine di stabilire se meritiamo o no di esistere in un´altra dimensione fatta di sola anima e il luogo di esistenza di questa anima potrebbe essere il paradiso.
È qui sulla terra che veniamo giudicati. Noi viviamo per meritarci il paradiso o almeno un posto dove la nostra anima possa trovare la sua collocazione, questo è in sostanza lo scopo della vita e di conseguenza il senso della vita è un concetto che appartiene più a Dio che all´uomo.
In parole povere lo scopo della vita riguarda gli umani ed è quello di compiere atti idonei a far si che la nostra anima esista in un altro luogo preposto, mentre il senso della vita ci viene dato da Dio che crea l´universo e le sue leggi che ci permettono di vivere e morire. La morte sancisce il passaggio dell´anima in un luogo nuovo ma non ci è dato di sapere se in questo luogo ci sono regole, leggi e più in generale se la nostra anima sarà ancora una volta vagliata per stabilirne un ulteriore destino.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Certo, per tutti coloro che hanno fede il ragionamento da te esposto regge; ma per gli altri?chi determina lo scopo ed il senso della vita?e quali possono esser i loro significati?

Per quel che mi riguarda non penso d'aver mai portato avanti la mia vita per uno scopo o fine preciso, si anche io mi son ritrovata a pormi le fatidiche domande: "dove vado e perchè",ma poi alla fine ho solo continuato a vivere cercando, questo sì, di dare alla mia vita un certo senso, molto modesto....

La vita è fuor di dubbio che sia un dono prezioso ed un senso certamente lo ha, ma credo che una risposta unica e valida per tutti non vi sia: ognuno di noi da il suo "senso" alla sua vita.

Ogni volta che io rimugino al senso della vita, la prima cosa che mi viene in mente( e magari sarà banale) è il film di Benigni....e allora semplicemente mi dico che sì la Vita è bella.